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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Triggiano

"Cinquanta euro per un voto": ai domiciliari il sindaco di Triggiano e il marito dell'assessora Maurodinoia. Lei indagata, si dimette

Dieci gli indagati raggiunti da misura cautelare: sarebbero stati coinvolti in un'associazione finalizzata alla corruzione elettorale, agendo in occasione delle elezioni amministrative del 2020 a Grumo e del 2021 a Triggiano

Sette persone ai domiciliari, una in carcere, due divieti di dimora nel Comune di Triggiano. Sono in tutto dieci gli indagati raggiunti questa mattina dall'ordinanza di misura cautelare eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Bari su richiesta della Procura di Bari.

Gli indagati sono ritenuti coinvolti, a vario titolo, in un'associazione finalizzata  alla “corruzione elettorale”, attraverso un meccanismo illecito che sarebbe stato attuato in occasione delle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano.

Ai domiciliari sono finiti anche il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, e Alessandro Cataldo (detto Sandrino), marito dell'assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, e referente del movimento politico 'Sud al centro'. Nel corso dell'operazione, è stata eseguita una perquisizione anche a carico della stessa Maurodinoia, che figura tra gli indagati e che in mattinata ha comunicato le proprie dimissioni.

Le indagini, condotte dalla Procura ordinaria (non viene contestato voto di scambio mafioso) sono coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani. Gli accertamenti condotti avrebbero consentito di disvelare "un collaudato accordo illecito che, in occasione di entrambe le consultazioni elettorali, ha orientato le preferenze di voto di numerosi elettori, attraverso il pagamento di denaro ed altre utilità nei loro confronti". 

In particolare, le attività, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari e condotte in più fasi dai Carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo di Bari, della Compagnia di Modugno e della locale Sezione di Polizia Giudiziaria, avrebbero evidenziato che il responsabile del movimento politico, destinatario dell’odierno provvedimento di sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari, "attraverso un'associazione che riusciva a canalizzare le preferenze, ha acquisito illecitamente voti nello svolgimento delle consultazioni nel Comune di Triggiano nel 2021. Lo scopo fissato era la rielezione dell’allora Sindaco e di altri 2 consiglieri comunali", non destinatari dell’odierna misura. 

Le preferenze sarebbero state "condizionate anche in cambio di 50 euro per voto e chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari “gregari” degli organizzatori – che stazionavano stabilmente nei pressi delle sezioni loro assegnate – verificavano se le persone si fossero effettivamente recate al voto nonché, all’atto dello spoglio, controllavano l’effettiva corrispondenza dei voti “acquistati”". Significativo è stato quanto rinvenuto dai Carabinieri la sera del 6 ottobre 2021, in un cassone stradale di raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari; frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini triggianesi, un consistente numero fac- simile di schede e volantini di propaganda elettorale. 

L’indagine avrebbe permesso inoltre di accertare che "un sistema analogo era già stato applicato l’anno precedente, nel settembre 2020, durante le consultazioni svoltesi a Grumo Appula. In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora Assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale, oggi destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere. Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti emerge il rinvenimento di 2 fogli sui quali era riportato un elenco di cittadini/elettori già “catalogati” per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale; agli stessi doveva essere versata la somma di 50 euro, quale corrispettivo per l’avvenuto acquisto del proprio voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un “ok” per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita".

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