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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Bosch, futuro incerto per i 1600 lavoratori dello stabilimento di Bari: "Governo e Regione sostengano la riconversione della produzione"

Le sigle sindacali Ugl, Uilm e Fiom Cgil, chiedono l'intervento delle Istituzioni per garantire il passaggio dalla realizzazione di motori diesel alla componentistica per propulsioni elettriche. Potrebbe essere l'unica strada per salvare i livelli occupazionali all'interno della fabbrica del capoluogo pugliese

"Si è tenuto presso la Regione Puglia il continuo monitoraggio per la crisi Bosch Bari dove sono impiegati 1609 lavoratori. L'azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali che il piano industriale dovrebbe proseguire, confermando la salvaguardia dei livelli occupazionali e la non dismissione del sito pugliese fino al 2027. Si chiede un tavolo al Governo, affinché supporti il piano di riconversione annunciato dall’azienda per Bari che salvaguardi tutti i lavoratori". Lo dichiara, in una nota, la segreteria nazionale dell'Ugl Metalmeccanici.

"Registriamo poca chiarezza, non è chiaro se Bosch voglia investire nel sito Pugliese dove attualmente ci sono migliaia di lavoratori in prevalenza occupati nella produzione di componenti per motori diesel - sottolinea il segretario nazionale della Federazione Metalmeccanica Ugl, Antonio Spera - In mancanza di nuove missioni industriali chiediamo all'azienda di iniziare ad avere una prospettiva di solidarietà di gruppo visto che nelle altre realtà le cose vanno diversamente, attenzionando anche sulle risorse che il Governo ha stanziato per il settore automotive che ammontano a 3.5 miliardi. In tale ottica anche e soprattutto di riprogrammazione produttiva Bosch mondiale, l’Italia deve riuscire ad intercettare con il supporto del Mimit tutte quelle risorse sulle nuove tecnologie, come quelli relativi alla elettrificazione e ai così detti e-fuel già inseriti fra le alternative ai combustibili tradizionali anche dopo il 2035".

"Oggi anche Governo e Regione devono fare la loro parte accompagnando con ammortizzatori sociali e una adeguata formazione per il settore automotive verso la transizione ecologica - ribadiscono i vertici nazionali del sindacato e il segretario provinciale di Bari, Giovanni Di Gioia - chiediamo che al prossimo monitoraggio al Mimit ci siano certezze su ammortizzatori sociali e una visione europea di quello che sarà la situazione futura dell’automotive".

"È sempre più urgente la convocazione di un tavolo Governativo che supporti un piano di riconversione per la fabbrica Bosch di Bari - dichiarano il segretario nazionale Uilm Settore Auto, Gianluca Ficco e il segretario generale della Uilm Bari, Riccardo Falcetta - Nello stabilimento attualmente lavorano 1.609 persone, ancora in prevalenza occupate nella produzione di componenti per motori diesel. In mancanza di nuove missioni industriali, la transizione all’elettrico decretata dalla Unione Europea ne determinerà inevitabilmente l’esubero.

"Come sindacato abbiamo fatto quello che potevamo - spiegano Ficco e Falcetta - con un accordo siglato il 21 luglio 2022 che vincola la multinazionale tedesca, esclude chiusure e licenziamenti fino al 2027  e prevede l'utilizzo del contratto di solidarietà, nonché uscite volontarie e incentivate. Tuttavia il tempo che abbiamo guadagnato dovrebbe essere impiegato per realizzare un'effettiva riconversione dal diesel alla nuove tecnologie. Di certo non possono bastare le diversificazioni produttive realizzate fino ad oggi dalla Bosch, capaci alla resa dei conti di assorbire poco più di 250 persone. Chiediamo a Governo, Regione e naturalmente Bosch di discutere possibili progetti in grado di assicurare la sopravvivenza del sito di Bari".

Le stesse preoccupazioni sul futuro dei lavoratori dello stabilimento Bosch di Bari sono espresse dalla segreteria della Fiom Cgil Bari che si interroga sulla necessità aziendale di prevedere una strategia di riconversione che metta al sicuro i livelli occupazionali.

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