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Sabato, 27 Aprile 2024
Calcio

Luigi De Laurentiis prende le distanze dal padre: "La mia prima squadra è il Bari". ADL: "Mie parole fraintese"

Il presidente dei biancorossi si dissocia dopo le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Aurelio De Laurentiis che ha parlato del club biancorosso come se questa fosse il vivaio del Napoli, altro club di proprietà della holding di famiglia FilmAuro

Non si placa il clamore generato dalle dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, riferitosi al Bari come "il vivaio del Napoli" durante una conferenza stampa da presidente del Napoli a Castel Volturno.

Parole che hanno creato grande fastidio nell'ambiente barese, tanto da suscitare tra le altre anche la reazione del sindaco di Bari Antonio Decaro.  Al patron della Filmauro ha risposto dissociandosi, anche Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio e presidente del Bari da luglio 2018.

"È inutile che io ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della FilmAuro - ha scritto in un post diffuso sui social netwkork - Così come non sempre un figlio la pensa come il proprio padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale".

Voglio credere che le parole di mio padre siano state mal interpretate o che lui stesso non si sia espresso con chiarezza, perché ovviamente non è possibile parlare di Bari e del Bari derubricandole a seconda squadra del gruppo non solo perché non è vero ma, inoltre, non rende giustizia alla storia di questa piazza. In ogni caso che ci sia stato un malinteso o meno, quanto accaduto è la dimostrazione nei fatti della totale autonomia che esiste fra le due realtà aziendali. Perché se il presidente dell’altra squadra del gruppo avesse gestito l’organizzazione del Bari, se sapesse come funziona il nostro settore giovanile, se avesse seguito in prima persona la creazione di questa struttura aziendale vocata a progetti ambiziosi, sicuramente non avrebbe parlato di “seconda squadra”. 

Dall’inizio della mia avventura ho agito autonomamente, con la mia impronta, i miei valori, il mio metodo aziendale: abbiamo strutturato un gruppo di lavoro che ogni giorno si occupa di gestire ogni aspetto della vita del Bari, assumendoci enormi responsabilità verso la città e i tifosi. Una volta avviata la macchina, ho rispettato ogni delega data e ogni ruolo affidato ai professionisti che ho scelto, senza mai abbandonare il Bari, ma costruendo una struttura solida abbastanza da poter essere indipendente e autonoma.

Siamo arrivati a 90 secondi dalla Serie A, il nostro paradiso, ma siamo caduti e ci siamo fatti male. Io ci sono sempre stato e con fermezza ma senza alzare la voce ho motivato, sostenuto, investito ma, soprattutto, rispettato. E gli investimenti degli ultimi giorni ne sono una ulteriore prova.

La mia prima squadra è il Bari e fino a quando sarò qui ne difenderò gli interessi, l’onore e i colori, con onestà intellettuale e morale e con impegno di fronte a chiunque".

ADL: "Mie parole fraintese"

Aurelio De Laurentiis ha poi risposto a Decaro con alcuni post su X (l'ex Twitter): "In riferimento alle dichiarazioni critiche nei miei confronti del sindaco di Bari Decaro, persona che stimo e apprezzo, in merito alla conferenza stampa di oggi, voglio precisare che le mie parole sul Bari sono state fraintese. Io penso che avere come proprietà due squadre, in due diverse categorie, sia semplicemente un valore aggiunto, per entrambe. Era questo il senso del mio ragionamento. Il Bari è guidato da mio figlio Luigi De Laurentiis in totale autonomia ed è stato a un passo dalla serie A solo sette mesi fa. L’obiettivo della proprietà è quello di portarlo più in alto possibile. Se le mie parole hanno offeso i tifosi mi dispiace".
 

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