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La denuncia del caporalato e l'impegno per l'integrazione, il messaggio in musica dell'Orchestra dei braccianti

Sabato 31 luglio a Mola, nell'ambito del festival Kantun Winka, si è esibita la formazione composta da nove musicisti, lavoratori agricoli e migranti, provenienti da cinque Paesi diversi

Dalla denuncia del caporalato ai temi dell'integrazione e del dialogo, affrontati e presentati al pubblico attraverso la musica. E' questa la cifra dell’Orchestra dei Braccianti, un progetto che riunisce musicisti, lavoratori agricoli e migranti di varie nazionalità uniti dal forte legame con la terra. Tramite le sue performance, l’Orchestra vuole sensibilizzare il pubblico sui temi del caporalato e dello sfruttamento lavorativo, oltre che offrire a donne e uomini, italiani e stranieri, una via di uscita da condizioni di indigenza e precarietà. L’orchestra è composta da nove elementi, provenienti da cinque paesi diversi: Italia, Senegal, Gambia, India e Nigeria. Tra loro vi sono giovani che hanno vissuto il dramma della migrazione e quello dei ghetti nelle nostre campagne. Come Joshua, cantante e tastierista nigeriano emigrato passando per la Libia nel 2017 e poi impiegato nella raccolta dell’uva e dei meloni in Puglia (https://www.associazioneterra.it/2018/10/22/progetto-e-musicisti/).

Sabato scorso 31 luglio, a Mola, l'orchestra si è esibita nell'ambito del festival Kantun Winka. “Il messaggio dell’Orchestra dei Braccianti si inserisce molto bene nel progetto Sud chiama Sud e nel Festival Kantun Winka - sottolinea Isa Colonna la coordinatrice del Festival, giunto alla sua sedicesima edizione - perché la denuncia che loro fanno con il loro concerto è importante proprio qui in Puglia dove i braccianti italiani e stranieri vivono situazioni di sfruttamento sino a morire di fatica, come è successo a Paola Clemente il 13 luglio di sei anni fa, come è successo, solo un mese fa, a Camara Cantadami, giovane di 27 anni venuto in Italia dal Mali. Vogliamo mostrare che c’è una parte della Puglia che chiede a gran voce un cambiamento, che dica che la legge sul caporalato non basta se ancora si continua a morire per la durezza del lavoro nei campi.”

Il concerto è stato preceduto da una introduzione di Luciana Manca e Raffaella Cosentino, autrici di una storia cantata contro il caporalato “I martiri del Caporalato” che narra la morte di Paola Clemente, bracciante, morta in una estate caldissima del 13 luglio 2015 nelle campagne di Andria, lavorando in modo disumano per pochi euro al giorno. 

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