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Lunedì, 29 Aprile 2024
Green Valenzano

Piantare alberi dove la mafia aveva inquinato: il progetto a Valenzano che dà lavoro a chi è in carcere

La ''Foresta plastic free'' è nata nel 2023 nel Barese, grazie alla collaborazione tra Treedom, la onlus Plastic free e la cooperativa sociale Semi di vita, che oggi la gestisce su un terreno confiscato ai clan

Per raccontare la storia della Foresta plastic free che sta crescendo alle porte di Bari - per la precisione nell'agro di Valenzano - si possono usare due parole. In primis 'circolo', perché si tratta di un'azione che inevitabilmente porta buoni frutti, anche metaforicamente parlando, per tutto il territorio barese grazie alle iniziative realizzate al suo interno dalla cooperativa sociale Semi di vita, guidata da Angelo Santoro. Ed è proprio lui a suggerirci la seconda parola che racchiude l'azione della foresta plastic free: cura, "la stessa che mettiamo in tutto quello che si fa, e che ritroviamo in ogni attore coinvolto in questo bellissimo processo".

Come nasce la foresta plastic free

La nascita della foresta plastic free a Valenzano, però, non si deve solo a Semi di vita, ma anche ad altre due realtà che hanno fatto della salvaguardia ambientale una propria filosofia d'azione: Treedom e Plastic free onlus. ''Il primo contatto è avvenuto con Treedom - racconta Santoro - ho scoperto attraverso il loro sito internet la possibilità di finanziare un progetto e abbiamo candidato l'area che gestivamo dal 2019 su un terreno confiscato alla criminalità organizzata. Dove prima che arrivassimo noi i clan scaricavano illegalmente i rifiuti. Ne abbiamo rimosso 720 tonnellate''. E per uno strano scherzo del destino, dove prima si sotterrava lo scarto, poi è nata la bellezza, ovvero la 'Fattoria dei primi', dove insieme a Libera è nato un Uliveto della memoria, con 200 ulivi - sui 10mila abbattuti precedentemente - dedicati alle 100 vittime innocenti, vittime della criminalità organizzata pugliese.

La legge europea contro la deforestazione

Dopo la candidatura del progetto a fine 2020, partono i colloqui con Treedom, azienda italiana che, attraverso il proprio canale e-commerce, permette a tutti gli utenti di acquistare e piantare alberi in tutto il mondo, offrendo anche la possibilità di monitorare la crescita delle piante - e la sezione pugliese di Plastic free, la onlus che in tutta Italia porta avanti azioni a favore dell'ambiente. A novembre del 2023 si completa così la messa a dimora di 1000 alberi di melograno e albicocche su un'area di due ettari e mezzo. La scelta di melograni e albicocche non è casuale, ma frutto di una ricerca che non è stata attenta solo al rispetto della ''località'' della varietà, ma anche della loro resistenza. Aspetto ancora più importante ora che la Xylella fastidiosa è arrivata a lambire i confini di Bari, attaccando anche specie di alberi diversi dall'ulivo.

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Il circolo benefico

La foresta plastic free però, come tutte le azioni di Semi di vita, è ben di più di un'azione che si concentra solo sulla sostenibilità ambientale. ''Quando ci è stata proposta - racconta Luca Panzeri di Treedom - abbiamo subito apprezzato la capacità della cooperativa sociale di perseguire anche uno scopo sociale, dando lavoro a chi deve rialzarsi dopo un periodo difficile''. Nella fattoria dei primi, infatti, lavorano anche giovani e adulti tossicodipendenti del circuito penale, che attraverso l'agricoltura provano a trovare una nuova via, lontano dagli errori del passato. Certo, non sempre il circolo benefico si completa, come spiega il presidente di Semi di vita: ''Per due anni abbiamo seguito un ragazzo a Valenzano che più volte è entrato e uscito dal carcere minorile, provenendo anche da una situazione familiare complessa. Poi ha avuto una condanna definitiva e lo abbiamo perso''. Accanto a questa, però, ci sono tante storie positive, di chi dalla terra ha trovato un riscatto e forse al termine del periodo riformativo proseguirà il suo percorso nel settore agricolo, magari proprio nella Fattoria dei primi. ''C'è anche chi ha scelto un ambito diverso - prosegue Santoro - ma da questa esperienza ha imparato tanto. Da noi è passato anche un capopiazza di spaccio a Scampia, finito poi in comunità a Bari, che ora ha trovato lavoro in un'impresa edile dopo 30 anni in carcere''. Universi che si incrociano e che raccontano di nuovi inizi, confermando quanto indicato dalle ricerche, perché se il 68,7 per cento della popolazione carceraria torna a delinquere dopo la detenzione, il tasso di recidiva cala drasticamante al 2 per cento (dati Cnel, 2023) se durante la reclusione il carcerato ha la possibilità di lavorare. 

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Tutto parte dalla terra

C'è poi la cura. In primis di quella terra che ora torna a dare i suoi frutti. Anzi tornerà, visto che dall'inaugurazione della foresta plastic free a novembre dello scorso anno, bisognerà attendere l'estate - tra luglio e settembre - per poter raccogliere i primi melograni e le prime albicocche. Nel frattempo la giornata lavorativa si ripete uguale nella fattoria dei primi, dove ad accogliere i visitatori c'è il chiocciare delle galline del vicino pollaio. E quando chiedi a Santoro perché posizionare un pollaio vicino ai campi arati, non ha dubbi: ''Perché non c'è niente di più vitale'', risponde sorridendo. Quel che è certo è che, per vedere i frutti crescere, il lavoro è costante e inizia presto: ''Alle 7.30 siamo già qui per eseguire tutte le operazioni standard di un frutteto - prosegue - ovvero arare, trinciare, la 'spollonatura'. Questo perché tutti i nostri prodotti sono certificati bio e le operazioni sul terreno sono sempre meccaniche''. 

Come già sperimentato nel primo terreno gestito nel quartiere Japigia di Bari - di due ettari, contro i 260mila metri quadrati di Valenzano - è la terra a sostenere l'attività della cooperativa sociale, attraverso la vendita diretta dei prodotti. Le albicocche e i melograni della foresta plastic free potranno così essere venduti anche come marmellata o in polvere, avendo Semi di vita la disponibilità di un essiccatore. Fondi che permetteranno al circolo benefico di non spezzarsi e, magari, in futuro sostenere nuove attività sociali. ''L'idea è quella di piantare ancora più alberi - conclude Santoro - magari anche con l'aiuto di donazioni dei privati. Vorremmo arrivare ad avere gli alberi di frutta così da permettere ai privati l'autoraccolta e far vivere la foresta sempre da più persone''.

 

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