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Elezioni Politiche 2013

PdL, Azzollini spera nella deroga. Bufera Fli: Divella si dimette

Berlusconi impone criteri stringenti e cerca giovani da lanciare. Il partito di Fini in piena burrasca: i pugliesi rivendicano posti

La processione in via dell’Umiltà è già iniziata da parecchio. Senatori, deputati, consiglieri regionali e provinciali. Sono tutti in coda in attesa di conoscere quale sarà il loro destino in vista delle prossime politiche. Alla fine Silvio Berlusconi è stato chiaro: chi ha superato i 65 anni di età,  ha tre legislature alle spalle o ha messo in difficoltà l'ultimo governo di centrodestra è fuori. A Raffaele Fitto il compito di sbrogliare la matassa. L’impresa sembra essere meno difficoltosa di come si annunciava qualche mese fa, dato l’addio di parecchi ex An, in primis Alfredo Mantovano. Che ieri ha deciso di non candidarsi alle politiche dopo aver compreso che per lui difficilmente si sarebbe aperto un posto di rilievo nelle fila della lista guidata da Mario Monti.

Per molti lo scoglio anagrafico unito alle tre legislature sarà insormontabile, ragion per cui è facile che presto si attivi un traghettamento progressivo verso altri lidi. La lista “Grande Sud” del duo Micicché-Poli Bortone insieme a “Fratelli d’Italia” di Larussa accoglieranno quanti cercheranno di rituffarsi nella querelle parlamentare. Le deroghe saranno concesse per un totale non superiore al 10% e verranno analizzate singolarmente da una commissione nominata da Angelino Alfano. Questa valuterà l'impegno per il partito, la portata territoriale e il curriculum politico di ogni singolo candidato richiedente la deroga. Tra quanti sperano c’è Antonio Azzollini, sindaco di Molfetta oltre presidente della commissione Bilancio al Senato. I suoi rapporti con Fitto non sembrano idilliaci, anche se può contare sulla stima del presidente del Senato Schifani per strappare un sì dal coordinamento nazionale.

CAPITOLO FLI - L’aria che tira nel partito di Fini è di piena burrasca. Due giorni fa i tesserati baresi si sono autoconvocati per ribadire la necessità che il territorio abbia dei suoi validi rappresentanti in Parlamento. Il bersaglio delle rivendicazioni è stato il coordinatore regionale Francesco Divella, a cui la base  ha chiesto di dimettersi per non aver coinvolto il partito nel processo di composizione delle liste. Il patron della pasta, che aveva già scelto di non candidarsi, all'ora di pranzo ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni in aperta polemica con i vertici nazionali del partito. Con lui  il blocco dei dirigenti tra cui il vice Giammarco Surico.

Al momento pare che gli elettori di Fli si troveranno ad eleggere solo dirigenti nazionali. Alla Camera, oltre Gianfranco Fini (che sembra abbia scelto la Puglia) seguono Italo Bocchino e Roberto Menia. Stessa cosa dicasi per il Senato, dove c’è il listone montiano con dentro anche l’Udc. Per il terzo posto (che sembra spettare a Fli) ci sarebbe Alessandro Ruben, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, molto legato a Fini. Dove sono finiti i pugliesi? Che fine faranno? La base reclama chiarezza, ma da Fini al momento non sembrano provenire diverse indicazioni.

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