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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Cura dei linfomi, a Bari l'assemblea nazionale Fil: premiata una ricerca scientifica dell'Istituto Giovanni Paolo II

Lo studio condotto nella struttura sanitaria barese, dove lavora il Principal Investigator Sabino Ciavarella, mira all'analisi delle componenti immunitarie nei linfonodi dei pazienti anziani affetti dal linfoma a grandi cellule B

È in corso a Bari l’assemblea nazionale della Fil, la Fondazione Italiana Linfomi, organizzazione nazionale impegnata nella ricerca scientifica nel campo dei linfomi, attiva dal 2010. La patologia, in Italia, colpisce ogni anno circa 15.000 persone, con un’incidenza di 40 nuovi casi al giorno, quasi 2 ogni ora.

La Fil conduce studi in autonomia o in collaborazione con gruppi di ricerca esteri, partecipando anche a studi internazionali. In pochi anni ha condotto o co-partecipato alla gestione di un centinaio di studi clinici sui linfomi, collaborando con circa 150 centri italiani di ricerca e cura.

L’assemblea si è aperta giovedì 16 novembre e proseguirà fino a sabato 18, a Villa Romanazzi Carducci. Ieri si sono svolte le premiazioni di tre Premi promossi dalla Fondazione e destinati a ricercatori under 40.

La Fondazione ha promosso per il terzo anno il bando Fil Club, finanziato da una rete di aziende, associazioni e privati, e riservato alle 12 Commissioni Scientifiche FIL. Questa edizione del Bando è stata vinta dalla Commissione Studi Biologici, coordinata dal dottor Simone Ferrero, che si è aggiudicata un grant di 350mila euro.

Il progetto intitolato 'Development of an immunosenescence-based risk predictor for elderly patients with Diffuse Large B-Cell Lymphoma' premia la Puglia e in particolare l'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, dove lavora il Principal Investigator, il dottor Sabino Ciavarella. La ricerca mira ad uno studio dettagliato e con metodologie innovative delle componenti immunitarie nei linfonodi dei pazienti anziani affetti dal linfoma a grandi cellule B, la più frequente tra forme di linfoma aggressiva. La conoscenza dei meccanismi di risposta immunologica in questi pazienti rispetto ai pazienti ai più giovani potrà essere fondamentale per lo studio futuro di combinazioni di nuovi farmaci, più mirati e meno tossici, utili a potenziare l’efficacia del trattamento di questa categoria di pazienti.

Il Bando Giovani Ricercatori, dedicato al luminare dei linfomi, figura storica per la Fondazione, il professor Luigi Resegotti, mette in palio 100mila euro finanziati da Fil (20%), Fondazione Giulia Maramotti (50%) e Fondazione Grade (30%), per premiare progetti che introducono aspetti innovativi nella gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti con linfoma, per conoscere meglio la malattia, migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

La VI edizione del Bando è stata vinta dalla dottoressa Luisa Lorenzi con il Progetto Mimyc, studio osservazionale retrospettivo-prospettico sulla valutazione dell'impatto clinico delle anomalie del gene Myc e della loro correlazione con il microambiente nei linfomi aggressivi a cellule B. I linfomi a gradi cellule B sono dei linfomi frequenti e molto aggressivi. Sebbene l’introduzione di terapie innovative con anticorpi monoclonali abbia migliorato la sopravvivenza di numerosi pazienti, alcuni sottogruppi di linfomi, caratterizzati da anomalie molecolari del gene Myc, non rispondono ai protocolli più diffusi e tendono a recidivare. In alcuni centri di ematologia i pazienti con anomalie di Myc sono trattati con protocolli intensificati ma la vera efficacia di questo approccio non è stata dimostrata in studi multicentrici. Lo studio Mimyc intende analizzare con approcci biologici multipli ed innovativi (indagando Dna, Rna e proteine) il tessuto di pazienti con linfomi caratterizzati da diverse anomalie del gene Myc (riarrangiamenti, amplificazioni e mutazioni).

Fil e Ail finanziano il Premio Brusamolino, giunto alla X edizione e promosso in onore del dottor Ercole Brusamolino, ematologo, socio Fil, che incoraggia contributi originali e innovativi nella clinica e biologia dei linfomi con due grant di 5mila euro ciascuno. Per la sezione Lavoro clinico ha vinto il dottor Gabriele Roccuzzo con la pubblicazione 'SézarySyndrome: Different Erythroderma Morphological Features with Proposal for a Clinical Score
System'. Il lavoro pubblicato riguarda lo studio retrospettivo che è andato a valutare le diverse tipologie di eritrodermia nei pazienti con sindrome di Sézary. Alla clinica dermatologica dell’università di Torino è stata analizzata una casistica retrospettiva che ha permesso di ndividuare tre pattern principali di eritrodermia.

Per la sezione Lavoro non clinico la vincitrice è la dottoressa Celeste Rizzello, con la pubblicazione 'Intracellular osteopontin protects from autoimmunity driven lymphoma development inhibiting TLR9 MYD88 STAT3 signaling'.
Il lavoro ha indagato gli effetti della proteina osteopontina sulla capacità di contrastare la formazione dei linfomi. Nei pazienti affetti da patologie autoimmuni le cellule del sistema immunitario reagiscono contro molecole dello stesso organismo, riconoscendole come estranee. Tra queste, ci sono le cellule B che proliferano, si attivano e possono trasformarsi in cellule maligne, quindi generare linfomi. In questa transizione da autoimmunità a linfoma, interviene una molecola importante, la proteina osteopontina, che se presente all’interno della cellula, cerca di contrastare meccanismi molecolari alla base della formazione dei linfomi.

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