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Intossicazione da farmaci, la Procura di Trani chiude il caso Sunna-Abbrescia-Piazzolla

Teresa Sunna morì nel giro di pochi minuti; l'altamurana Anna Abbrescia e Addolorata Piazzolla salve grazie a un antidoto. Le tre donne si sottoposero a un test per intolleranza alimentare. Identificati i presunti colpevoli

La Procura di Trani ha ufficialmente chiuso il caso delle tre donne che si sottoposero al test di intolleranza alimentare lo scorso 24 marzo, rischiando la propria vita e ha notificato tre richieste di rinvio a giudizio per Anthony Kelly Finbarr (direttore della R & D laboratories di Belfast), di Shauna Mc Cormick (impiegata presso lo stesso laboratorio) e del gastroenterologo Ruggero Spinazzola.

IL 24 MARZO Teresa Summa, 28enne di Trani, Anna Abbrescia, 32enne altamurana e Addolorata Piazzolla 62enne di Margherita di Savoia, finirono in ospedale dopo avere assunto una sostanza a base di sorbitolo,  comprata per via telematica su Ebay dal centro barlettano  del dottor Ruggiero Spinazzola. Il medico somministrò tale farmaco per prepararle ad un test allergologico.  Teresa Summa, morì nel giro di pochi minuti a causa di un arresto cardiocircolatorio, dopo aver bevuto la sostanza. Invece, l’altamurana Anna Abbrescia e l’altra donna salvate da una fiala di di Bludimetilene, un antidoto che non è in dotazione in tutti gli ospedali ma posseduto per circostanze fortuite dal Pronto soccorso dell’ospedale Dimiccoli. Più precisamente per le due donne si è trattato di intossicazione acuta provocata da qualche sostanza che ha interferito con l’emoglobina che trasporta l’ossigeno nel sangue: questa la diagnosi formulata da Carlo Locatelli, del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica di Pavia che è stato in contatto con l’ospedale di Barletta per mettere in atto le terapie più adatte. Il centro medico del dottor Ruggiero Spinazzola, un poliambulatorio privato non convenzionato con il sistema sanitario pubblico piuttosto rinomato a Barletta,  fu sottoposto a sequestro. I carabinieri del Nucleo Antisofisticazione scoprirono che era privo di autorizzazioni sanitarie. I Nas sequestrarono  al suo interno una busta di oltre sei chilogrammi del sorbitolo usato e la Procura di Trani aprì un fascicolo contro ignoti per avvelenamento colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime.
 

IL 16 NOVEMBRE Le indagini hanno permesso di ricostruire i fatti precedenti a quel 24 marzo accertando le responsabilità della ditta R & D Laboratories, commercialmente nota come Mistral, responsabile per la preparazione e la spedizione degli ordini di prodotti attraverso internet. Dagli accertamenti svolti dai Nas, sotto la direzione della procura di Trani, è emerso che la ditta Cargill di Castelmassa aveva prodotto ed inviato una fornitura di sorbitolo ad un'azienda di Manchester che a sua volta l'aveva commercializzata a favore della Mistral. Successivamente, sulla base dell'ordine effettuato nel settembre del 2011 tramite ebay da un conoscente di Ruggero Spinazzola, la ditta nord irlandese aveva preparato una confezione di 5 chili che avrebbe dovuto contenere la sostanza zuccherina, immettendo però nel sacco un uguale quantitativo di nitrito di sodio ed apponendo sull'imballaggio un'etichetta con l'indicazione del sorbitolo. I motivi del tragico errore sono da ricercare nelle condizioni logistiche, organizzative ed igieniche generali della R & D Laboratories rilevate dalle autorità sanitarie e di polizia britanniche. Sono emerse la totale assenza dei requisiti previsti dalle norme in tema di sicurezza alimentare e la mancata registrazione della ditta presso gli uffici competenti.

 

 

 

 

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