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Negozi aperti anche di domenica, Confesercenti e Confconsumatori dicono no

"Libera la domenica" è la raccolta firme promossa da Confesercenti per una proposta di legge che riporti alle Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali. Micunco: "Siamo d'accordo"

“Rivedere la legge sulle liberalizzazioni delle aperture domenicali così come sta sostenendo la Confesercenti potrebbe riaprire positivamente alla possibilità di un dialogo ed una concertazione fra le parti sociali: commercianti e consumatori”. Michele Micunco, Presidente della sezione cittadina della Confconsumatori, dice la sua a proposito della campagna lanciata da chi sta dalla parte opposta:  “Domenica sempre aperto? Anche no!”.

“Libera la domenica” è la campagna promossa dalla Confesercenti Nazionale per far tornare alle Regioni la potestà sulle aperture domenicali. L’iniziativa mira ad  una raccolta firme per la proposta di una legge in Parlamento e di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione, garantendo la giusta concorrenza, e rendere le stesse meglio compatibili con le esigenze degli imprenditori, dei loro lavoratori e delle famiglie. 

I DATI Secondo le previsioni di Confesercenti nei prossimi 5 anni ci saranno 81 mila esercizi commerciali in meno, con la conseguente perdita di 202 mila posti di lavoro. In particolare il saldo negativo brucerà quasi 16 mila negozi di abbigliamento, più di 5000 negozi di calzature, quasi 7000 negozi di mobili ed elettrodomestici, circa 1500 panetterie, oltre 2000 negozi di fiori e tanti altri. La crisi continua a produrre effetti molto pesanti e questi numeri fanno presagire la “progressiva desertificazione delle città italiane”, nelle quali si sta assistendo alla scomparsa dei servizi commerciali di vicinato, rendendole più vuote meno sicure. Michele Micunco in linea con quanto osservato finora spiega come “atteggiamenti estremamente liberisti sul tema delle aperture festive anche in ambito commerciale si stanno dimostrando assolutamente inutili se non legate a precise e definite scadenze nell'arco dell'anno, limitandone l'uso indiscriminato che penalizza i piccoli commercianti così come anche i dipendenti della grande distribuzione”. Del resto in Europa le normative presentano limitazioni ben precise: in Germania le domeniche di apertura nell’anno sono 10, così come in Francia, mentre in Olanda e in Spagna si arriva ad un massimo di 12. “Un modello europeo di apertura festiva da prendere in considerazione- continua Micunco- può essere la risposta a questa sempre più sentita esigenza”.

LA RIAPERTURA di un dialogo, è quanto auspica il Presidente della Confconsumatori, tra parti sociali che naturalmente sposano cause diverse; ma stavolta sono schierati sulla stessa linea e il confronto potrebbe portare “un maggiore riequilibrio soprattutto fra le esigenze dei consumatori che non vanno considerati numeri o una merce di scambio”. Il contesto socio-economico internazionale oggi impone a detta di Micunco, il recupero di costumi di vita meno aggressivi degli attuali che devono vederci tutti individualmente e collettivamente più responsabili. E conclude:  “la Confconsumatori è convinta che le opportunità offerte dalle aperture domenicali devono avere una più chiara definizione di reale vantaggio per tutti i soggetti interessati e continuerà a battersi per questi obiettivi anche a livello locale”.

 

 

 

 

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