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Cronaca

Sottoufficiale barese di Marina "morto di tumore per amianto", Ministero della Difesa condannato a risarcire i familiari

L'uomo era deceduto nel 2009 per mesotelioma pleurico. Dal 1961 al 1987 era stato impiegato con mansione di motorista all’interno di molte unità navali 

Il Tribunale Civile di Roma ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento dei danni a favore dei familiari di un sottoufficiale di Marina barese deceduto il 29 maggio del 2009 per mesotelioma pleurico (diagnosticatogli nel 2007), patologia asbesto correlata che sarebbe stata contratta a seguito del servizio prestato dal luglio del 1961 al settembre del 1987 con mansione di motorista all’interno di molte unità navali. 

La sentenza è stata emessa Giudice della II Sezione Civile del Tribunale della Caputale, Alessandra Imposimato. I familiari del militare, assistiti dal'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Amianto, hanno ottenuto un risarcimento di circa 673 mila euro: "Nella sentenza - spiega Osservatorio Amianto  si legge come non vi sia alcun dubbio sul fatto che il milirare sia deceduto a causa di mesotelioma e sul fatto che la patologia sia stata cagionata dall’inalazione di polveri e fibre di amianto durante il periodo di servizio prestato alle dipendenze della Marina. A riprova di ció, sempre nella sentenza, si fa riferimento al fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate tra i Marinai, con 1101 casi di mesotelioma segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova, dove pendono diversi procedimenti penali a carico degli alti vertici della Marina Militare".

“Con questa pronuncia il Tribunale di Roma dispone l'applicazione dei principi di diritto più volte ribaditi dalla Suprema Corte di Cassazione” afferma Bonanni. “Come associazione - aggiunge - intendiamo ribadire che è nostra ferma intenzione perseguire la via di una definizione bonaria e conciliativa, e nel caso in cui il Ministero della Difesa dovesse proseguire nel negare il diritto al risarcimento danni, proseguiremo con le azioni legali in tutte le competenti sedi, prima di tutto in quelle civilistico risarcitorie”. “Proseguiamo la nostra attività di assistenza, prima di tutto medica e poi legale, in favore delle vittime dell'amianto e dei loro familiari, per la tutela di tutti i diritti – rimarca il Presidente Ona – fermo restando che insistiamo affinchè ci siano finalmente le bonifiche per evitare che ci siano altre esposizioni e, purtroppo, altri casi di patologie asbesto correlate che, come abbiamo visto, hanno sempre un esito altamente lesivo, quanto non direttamente infausto”.

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