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Cronaca

Crac gruppo Fusillo, chiesto rinvio a giudizio per tre persone: tra loro anche ex vertici Banca Popolare di Bari

I reati contestati, a vario titolo, sono bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, che sarebbero stati commessi nel periodo dal 2016 al 2019

Tredici persone sono state rinviate a giudizio dal gip del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, su richiesta della Procura, nell'ambito dell'inchiesta sul crac della Fimco Spa e Maiora Group, società del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci: tra loro vi sono l'imprenditore Vito Fusillo, suo figlio Giacomo, Marco e Gianluca Jacobini rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale della Banca Popolare di Bari.

I reati contestati, a vario titolo, sono bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, che sarebbero stati commessi nel periodo dal 2016 al 2019. Il 29 settembre dell'anno scorso la Guardia di finanza arrestò e sottopose ai domiciliari, tra gli altri, Gianluca Jacobini e Giacomo Fusillo e sottopose a misura interdittiva Vito Fusillo, storico patron del gruppo, e Marco Jacobini.

Secondo le indagini, vi sarebbero state diverse operazioni societarie 'straordinarie' poste in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza per 'distrarre' o 'dissipare' beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle imprese Fimco Spa e Maiora Group Spa, il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro. Le due società del gruppo Fusillo sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Bari il 25 settembre 2019 su richiesta della Procura Per gli investigatori, i reati sarebbero stati commessi con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il concorso determinante degli ex vertici dell'istituto di credito.

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