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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il settore florovivaistico pugliese in ginocchio per il covid teme un altro lockdown: "Sarebbe un disastro"

"I mesi di ottobre e di novembre sono importanti per i produttori floricoli e non possiamo permetterci una ulteriore battuta di arresto" dice Giuseppe De Noia, responsabile organizzativo della Cia Levante

"C’è preoccupazione tra i floricoltori della provincia di Bari per l’emergenza sanitaria. Il settore, già gravemente compromesso dalla chiusura imposta dal lockdown, non può e non deve essere ulteriormente penalizzato": è l'appello di Cia Levante per chiedere interventi a sostegno di un comparto devastati dalla crisi covid anche a causa della riduzione o del diviedo di cerimonie, a cominciare da matrimoni, comunioni e cresime.

"I mesi di ottobre e di novembre sono importanti per i produttori floricoli e non possiamo permetterci una ulteriore battuta di arresto" dice Giuseppe De Noia, responsabile organizzativo della Cia Levante e componente del comitato direttivo del Distretto Florovivaistico pugliese con sede a Terlizzi, sede del più grande mercato floricolo di Puglia.

"L’auspicio - per Di Noia -  è di non arrivare ad un altro lockdown che potrebbe portare anche alla chiusura dei cimiteri proprio nel periodo di commemorazione dei defunti. L’appello è improntato sulla responsabilità di tutti: cittadini ed imprenditori agricoli in primis nel rispetto delle regole e delle istituzioni nel porre in atto tutti gli strumenti di convivenza con l’emergenza per evitare l’azzeramento di un importante economico del nostro territorio".

“L’emergenza sanitaria ci impone una nuova organizzazione delle nostre attività, facciamolo per il rispetto della salute e per la salvaguardia di un settore; prenotazioni delle commesse e consegne a domicilio possono essere uno strumento per garantire maggiore sicurezza e consentiamo ai cittadini nel rispetto della distanza sociale di commemorare i propri cari defunti. Dobbiamo fare di tutto perché mesi di programmazione della produzione, vada a monte per la mancata commercializzazione che sarebbe messa a dura prova da eventuali restrizioni che potrebbero essere attuate proprio in occasione del primo e due novembre".

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