Tangenti per appalti nel Barese, il giorno degli interrogatori: otto indagati non rispondono ai gip
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. In tre, invece, si sono difesi dalle accuse di presunte 'mazzette' per lavori ad Acquaviva, Altamura e Castellana Grotte
Tre degli undici indagati arrestati nei giorni scorsi nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti pagate ad amministratori e tecnici di alcuni Comuni del Barese, in cambio di appalti, si sono difesi dalle accuse formulate dalla Procura di Bari nel corso degli interrogatori di garanzia svoltisi dinanzi ai gip Giovanni Anglana e Francesco Agnino, alla presenza dei pm che coordinano le indagini, Marco D'Agostino e Claudio Pinto e dei difensori degli indagati. Gli altri, otto, invece, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
"TANGENTI" PER APPALTI AD ALTAMURA, ACQUAVIVA E CASTELLANA
Le accuse, a vario titolo, riguardano presunte 'mazzette' per la ristrutturazione del teatro comunale di Acquaviva delle Fonti e i lavori al depuratore della città, i lavori al depuratore di Altamura e quelli ad una scuola di Castellana Grotte. L'unico amministratore accusato di corruzione per aver intascato una tangente da 15mila euro per i lavori al depuratore di Altamura, il sindaco della città murgiana, Giacinto Forte, attualmente agli arresti domiciliari, ha preferito non rispondere.