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Cronaca

Arrestato per l'omicidio del nipote del boss Capriati, scarcerato dopo dieci mesi: "Aveva un alibi"

Christian De Tullio era stato arrestato a febbraio scorso con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio di Domenico Capriati: le successive indagini hanno accertato che la sera del delitto si trovava altrove

E' stato scarcerato dopo dieci mesi in carcere il pregiudicato 30enne Christian De Tullio, arrestato a febbraio scorso con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio di Domenico Capriati, nipote del boss di Bari vecchia, avvenuto il 21 novembre 2018.

De Tullio, assistito dall'avvocato Carlo Russo Frattasi, stando a quanto accertato dagli uomini della Squadra mobile coordinati dalla Dda, la sera dell'agguato aveva un alibi. E' stata dunque la Procura a chiedere la revoca della misura cautelare nei suoi confronti.

Secondo l'ipotesi accusatoria, Domenico Capriati, 49enne nipote del capo clan Tonino e fratello di Filippo, ritenuto l'attuale reggente del gruppo mafioso, sarebbe stato ucciso su ordine del pregiudicato Maurizio Larizzi che avrebbe voluto punirlo per aver tentato, una volta tornato in libertà, di assumere un ruolo egemone nel clan. Così due sicari, identificati in De Tullio e in Domenico Monti, ex braccio destro di Tonino Capriati, avrebbero ucciso il nipote del boss mentre si trovava in auto, sotto la sua abitazione al quartiere Japigia, feudo dei clan 'amici' Parisi e Palermiti. Con queste accuse Larizzi, De Tullio e Monti sono stati arrestati il 3 febbraio scorso, ma le successivi indagini, grazie a telecamere presenti nel borgo antico, hanno fatto emergere come De Tullio, al momento dell'omicidio, si trovasse a Bari vecchia, quartiere in cui abita, e, calcolando i tempi di percorrenza fino a Japigia, non avrebbe potuto raggiungere il luogo del delitto in pochi minuti.

La scarcerazione di De Tullio apre nuovi scenari sulla ricostruzione del delitto, che chiamerebbe in causa un possibile coinvolgimento del boss Palermiti.

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