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Cronaca

Da corso Cavour al Tribunale, tutti cacciatori di Pokemon: "Venite a conoscerci, senza pregiudizi"

Il fenomeno coinvolge centinaia di persone, ragazzi ai meno giovani per le strade del capoluogo con la app della Nintendo: "Spesso veniamo presi in giro in modo pesante. Da noi si parla senza conoscere"

Per alcuni è un inspiegabile fenomeno, per la maggior parte è un passatempo totalmente diverso dagli altri decisamente più divertente e stimolante: se vi capita di notare un nutrito gruppo di ragazzi (e meno giovani) nei giardini davanti alla Camera di Commercio, in corso Cavour, sappiate che lì c'è la maggiore concentrazione di appassionati di Pokemon Go della città. La app della casa giapponese Nintendo, tra le più scaricate degli ultimi tempi, ha in poche settimane letteralmente acceso la mania per gli animaletti del famoso cartone animato invogliando i partecipanti a scendere per strada e a sfidarsi a colpi di Charizard e Pikachu. Si tratta, infatti, di un gioco da praticare prevalentemente in giro e non nelle proprie abitazioni: per 'catturare' i pokemon e accumulare esperienza bisogna cercarli, via per via, quindi farli evolvere e combattere nelle palestre disseminate lungo la mappa reale.

Passeggiando si possono trovare anche i pokestop,  luoghi dove raccogliere bonus e le sfere pokè, necessarie per intrappolare i personaggi, ma anche piazzare esche virtuali per attirarli. Ed è proprio la concentrazione di questi elementi ad aver creato, lungo corso Cavour, un vero e proprio ombelico degli appassionati. Non di rado sono centinaia le persone presenti contemporaneamente, pronte a darsi quotidianamente appuntamento per giocare. L'interazione sociale quasi indispensabile per giocare è uno degli elementi più innovativi e più belli di un fenomeno che non conosce limiti: sono oltre 1200 i ragazzi parte di un gruppo Facebook dedicato proprio a Pokemon Go. Con entusiasmo e costanza dedicano parte della giornata a far evolvere il proprio personaggio, dandosi appuntamento la sera in centro, senza essere degli sfigati o dei perditempo, come capita di sentire spesso sui social, nei soliti battibecchi tra chi è a favore e chi è contro il 'priscio' del momento: "Spesso si critica e si giudica senza sapere nulla - racconta Alessio Ranieri, youtuber e fondatore, assieme ad altri ragazzi, della pagina Fb -. Non mi sembra intellettualmente onesto dare degli zombie a ragazzi che giocano. Il preconcetto per cui chi passa ore con Pokemon Go non ha un lavoro o una ragazza potrebbe essere girato a chi è appassionato, ad esempio, di calcio. Da noi non siamo ancora abituati a tendenze del genere".

Da una parte le polemiche da tastiera, dall'altra, invece, sfottò dal vivo e la fastidiosa, quanto per fortuna rara, 'realtà aumentata' delle pietre gettate da qualche idiota contro i ragazzi tra le panchine davanti alla Banca d'Italia, ribattezzata oramai piazzetta Pokè: "Purtroppo è capitato - racconta Ranieri - e tutto ciò è inaccettabile. Non facciamo nulla di strano e spesso riceviamo consigli non richiesti da chi si ferma a prenderci in giro, esprimendo il proprio punto di vista. Molti non sono a conoscenza delle metafore di un gioco e di un anime come quello dei Pokemon, basato su concetti bellissimi come l'amicizia, il rispetto e la cura verso gli animali. E poi, chi l'ha detto che i giocatori passano il tempo con il collo piegato davanti al cellulare, anzi".

In effetti, un aspetto curioso e interessante del gioco è proprio quello di andare a caccia dei luoghi bonus, spesso ubicati all'altezza di monumenti grandi e piccoli della città. Quanti conoscevano i leoni dei palazzi di largo Adua? Probabilmente, i frequentatori di 'piazzetta Pokè' hanno imparato anche a familiarizzare con nomi e volti delle le statue nei giardini di fronte alla Camera di Commercio e piazza Eroi del Mare. Non mancano poi, i momenti divertenti, quando compare un pokemon raro: "Qualche giorno fa è apparso Magmar e tutti si sono fiondati davanti al teatro Petruzzelli", aggiunge Alessio Ranieri, un po' come hanno fatto i newyorchesi a Central Park per catturare l'ormai leggendario Vaporeon. A Bari i punti caldi sono, oltre al centro, il Parco 2 Giugno e molti luoghi d'incontro come piazzetta dei Papi e persino il Tribunale in piazza De Nicola dove, non di rado, c'è chi si ferma purtroppo in doppia fila con la macchina per giocare. Quasi a ogni ora si possono incontrare gruppi di ragazzi che trascorrono il proprio tempo, di fatto, all'aria aperta. Alla faccia di chi pensa sia un'attività poco sociale e troppo virtuale. 

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