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Cronaca

La Comunità islamica barese in protesta contro l'ex imam Lorenzini: "Restituisca i soldi percepiti indebitamente dalla Regione"

Le somme che Sharif Lorenzini avrebbe percepito senza averne diritto ammontano a 100mila euro, come indicato in una nota della Comunità. "Sebbene senza colpe - spiegano - i musulmani si scusano con le istituzioni e con i pugliesi, ribadendo l'importanza del rispetto e del dialogo per una convivenza basata sulla fiducia e sulla onestà"

"L'Islam è legalità, è reciproco rispetto e mutualistico aiuto". Comincia così la nota della Comunità islamica di Bari, riportata dall'Agenzia Ansa di Bari, nella quali si richiede che l'ex imam di Bari, Sharif Lorenzini, "restituisca il denaro che ha indebitamente percepito dalla Regione Puglia", pari a circa 100 mila euro. I componenti della comunità hanno manifestato ieri a Bari per esprimere il loro "sdegno e sconcerto sulla indebita percezione da parte di Lorenzini, ex rappresentante dei musulmani di Bari, di somme pubbliche della Regione Puglia. La Comunità islamica di Bari è estranea a questi fatti, gravissimi sia sotto il profilo legale che etico e religioso".

"La Comunità - prosegue la nota - ci tiene a manifestare la propria solidarietà verso le istituzioni pubbliche e afferma a gran voce che Lorenzini non è il proprio rappresentante, né ha titolo per parlare in nome dei musulmani di Bari e della Puglia". "Sebbene senza colpe - continua - i musulmani si scusano con le istituzioni e con i pugliesi, ribadendo l'importanza del rispetto e del dialogo per una convivenza basata sulla fiducia e sulla onestà. Per questo motivo oggi, durante la manifestazione, è stata consegnata una lettera di solidarietà al presidente della Regione con l'augurio che il mal tolto venga recuperato a beneficio della collettività".

La replica di Lorenzini

Riportiamo il testo di precisazioni inviatoci da Sharif Lorenzini: “Il sottoscritto, Prof. Ing. Sharif Lorenzini, in proprio e in qualità di Presidente e Legale Rappresentante della Comunità Islamica d’Italia (CIDI) -associazione non riconosciuta-, constato con non poco stupore, attesa la notoria professionalità di Codesta Spett.le Testata giornalistica, che con l’articolo (e/o altri in forma cartacea e/o elettronica) di cui all’oggetto si è data voce alle infondate e diffamatorie affermazioni del sig. Said El Amori, autoproclamatosi legale rappresentante della Comunità Islamica d’Italia, nonostante che la competente Autorità Giudiziaria, con ordinanza del settembre 2021, abbia dichiarato inammissibile il ricorso presentato dallo stesso teso ad accertare la effettiva titolarità della carica, nonché ad ordinare la cessazione a carico dello scrivente delle condotte di uso e spendita del nome dell’associazione.

Come è ben noto ad El Amori, peraltro condannato anche alle spese del giudizio, il Giudice della I^ Sezione Civile del Tribunale di Bari lo ha ritenuto falsus procurator, ritenendo del tutto invalida la procedura che avrebbe portato al conferimento del paventato potere in capo allo stesso, di talché ad oggi l’unico Presidente e legale rappresentante della Associazione Comunità Islamica d’Italia, CIDI, ivi compresa la circoscrizione del Sud Italia cui afferisce la comunità di Bari, è e rimane il sottoscritto Prof. Ing. Sharif Lorenzini.

Anche in relazione alla presunta accusa, avanzata dal predetto Said El Amori di essersi appropriato di denaro indebitamente percepito dalla Regione Puglia per circa 100.000 Euro, non posso esimermi da effettuare precisazioni in fatto che la vicenda, risalente peraltro al 2008, è già stata ampiamente esaminata dall’Autorità Giudiziaria penale che a tutt’oggi non ha mosso alcun tipo di accusa nei confronti del sottoscritto. Inoltre, il denaro è pervenuto non nelle mani del Prof. Ing. Lorenzini, ma di una associazione della quale all’epoca della percezione non ne era legale rappresentante. Ancora, il giudizio civile intentato dalla Regione Puglia per il recupero della detta somma è tutt’ora pendente

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