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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Poggiorsini

Pagati 70 centesimi l'ora e costretti a vivere in un tugurio: braccianti a nero nel Barese, due arresti

La scoperta è avvenuta in un'azienda agricola di Poggiorsini, sulla Murgia, dove i carabinieri hanno individuato due africani impiegati nell'allevamento di suini e ovini: in manette un pregiudicato 53enne e un suo parente 24enne

Lavoravano come factotum a 0,70 centesimi l'ora per 12 ore in una giornata, utilizzando un alloggio fatiscente per dormire e per i bisogni fisiologici la stessa acqua adoperata dagli animali: i Carabinieri hanno scoperto 2 giovani africani di 32 e 27 anni, rispettivamente originari di Ghana e Mali, che venivano sfruttati in un'azienda agricola di Poggiorsini, nel Barese. In man ette sono finiti un 24enne e un pregiudicato 53enne, a capo (di nome e di fatto) di un'azienda agricola e di allevamento di ovini e suini nelle campagne della cittadina murgiana.

Secondo quanto emerso dai controlli dei Carabinieri, i due giovani braccianti, con permesso di soggiorno scaduto in attesa di rinnovo, sarebbero stati impiegati per 12 ore al giorno con una paga praticamente inesistente, tenendo conto che il contratto collettivo nazionale, per le stesse mansioni, prevede una retribuzione di 10 almeno 10 euro orario. I due si occupavano della mungitura, della pulizia e del pascolo senza vedere riconosciuti i diritti del riposo e delle ferie, ma anche senza aver conseguito una minima formazione sui rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. I braccianti africani, inoltre, non erano mai stati sottoposti alla visita medica prevista per legge. 

Costretti a vivere in un tugurio

Per loro c'era un alloggio in pessime condizioni igieniche ricavato all'interno della masseria: la cucina era composta da un semplice fornello alimentato da una bombola a gas e per i bisogno utilizzavano una cisterna d'acqua. In base alle indagini, il datore di lavoro, direttamente o tramite il suo familiare, avrebbe imposto le sue volontà, rifiutando aumenti di stipendio e approfittando delle difficoltà delle vittime, costrette ad accettare qualsiasi paga per inviare danaro ai propri familiari nei Paesi d'origine. I due arrestati sono accusati di sfruttamento del lavoro e altri reati. Per loro è scattata anche una multa da 33mila euro con sospensione dell'attività produttiva

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