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Cronaca

"Oggi un sogno si è realizzato", Abkar diventa cittadino italiano

La storia di Abkar Boloian, giovane informatico siriano, in Italia da quando aveva 18 anni, sposato con una barese. Da tempo aveva avviato l'iter per la cittadinanza, ma la burocrazia aveva dilatato i tempi all'infinito. Fino a quando, il 29 ottobre scorso, sua moglie ha avvicinato in strada il presidente Napolitano

"Oggi un grande sogno si realizza. Significa essere accolto in una società che mi ha dato formazione, un futuro e una famiglia. Sono estremamente emozionato. E' difficile trovare le parole per questo avvenimento. Lo desideravo da quando avevo 18 anni". E' molto emozionato Abkar Boloian, siriano nato ad Aleppo 32 anni fa. Oggi, nella stanza del sindaco di Bari, ha giurato fedeltà all'Italia ottenendo la tanto sognata cittadinanza.

In Italia da quando aveva 18 anni per frequentare l'Università, Abkar è sposato con una donna barese, con la quale ha un bimbo di tre mesi. Per lui oggi, diventare cittadino italiano a davvero un'importanza particolare. Da qualche tempo lavora per la 'Mermec', un'azienda specializzata in sistemi di segnalamento ferroviario, che gli ha offerto  un'opportunità di fare formazione oltreoceano. Ma l'informatico non poteva rinnovare il passaporto per le note vicende riguardanti il suo paese di origine. Rischiava così il suo posto di lavoro, mentre già da molto tempo Abkar aveva avviato l'iter per la richiesta della cittadinanza italiana. Un decreto pronto da tempo e perso nei meandri della burocrazia al quale mancava solo la firma del presidente della Repubblica.

Abkar aveva anche scritto a Napolitano, ma sua moglie, Marisa Della Gatta, giornalista pubblicista in cerca di occupazione, ha fatto di meglio: il 29 ottobre scorso ha atteso per strada il Presidente della Repubblica a Bari per l'inaugurazione, dopo il restyling, dell' ex palazzo Enel, progettato dal fratello architetto Massimo Napolitano e da Vittorio Chiaia, e lo ha avvicinato: malgrado la scorta e malgrado il figlio che aveva tra le braccia, è riuscita a raccontargli delle necessità della sua famiglia. "E' stato un incontro emozionante. - racconta all'ANSA Marisa - L'ho visto su via Crisanzio e l'ho chiamato: 'Presidente, Presidente'. Lui come un padre, un nonno, si è avvicinato. Gli ho raccontato in breve la nostra storia. E mi ha detto di non preoccuparmi e che se ne sarebbe occupato trattandosi di una questione urgente".

E così, oggi, è arrivato il tanto atteso giuramento.

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