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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Tre poliziotti aggrediti in carcere a Bari, la denuncia del Sappe: "Pronti alla protesta, situazione non più tollerabile"

A diffondere la notizia dei due distinti episodi, avvenuti in mattinata, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che torna a puntare il dito contro la carenza di personale e proclama lo stato di agitazione, annunciando un sit-in di protesta

"Tre poliziotti aggrediti nella mattinata nel carcere di Bari in due diversi episodi". E' la denuncia che arriva dal Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che torna a lanciare l'allarme sulle aggressioni ai danni degli agenti e a evidenziare i problemi connessi alla carenza di organico.

"Vorremmo parlare in questo momento con il Garante dei detenuti - scrive in una nota il segretario generale del Sappe, Federico Pilagatti - per dargli i numeri delle aggressioni ai poliziotti di Bari e della regione, che dall’inizio dell’anno è di circa 100 unità che vanno a ridurre il già carente organico dei penitenziari. Vorremmo chiedere allo stesso come si fa difendersi da questi detenuti violenti senza poi rischiare di essere denunciati per il reato di “tortura”, poiché anche in solo graffio fa gridare allo scandalo".

"Purtroppo la prepotenza dei detenuti - prosegue Pilagatti - è così debordata che vengono aggrediti e picchiati anche i poliziotti che si stanno prodigando per risolvere i problemi degli stessi detenuti. Proprio quello accaduto alla sezione alta sicurezza ove un detenuto italiano che aveva di problemi connessi alle autorizzazioni per telefonare ai familiari ha colpito con inaudita violenza due poliziotti che, si erano portati vicino alla sua stanza per comunicargli stavano cercando di comunicargli la risoluzione del problema. Purtroppo le immagini degne di un film dell’orrore che hanno immortalato quanto accaduto resteranno segrete, a differenza di quelle che riguardano i detenuti pronte per essere visti urbi et orbi". "L’altro episodio - riferisce ancora il segretario del Sappe - alla seconda sezione dove un poliziotto è stato pesantemente colpito da un detenuto senza alcun motivo.

I tre poliziotti sarebbero stati trasportati in ospedale per essere medicati, mentre "mancando un reparto isolamento i due detenuti sono rimasti ai loro posti in comunità vantandosi di quello che hanno fatto e per essere rimasti impuniti, ingenerando tra gli altri detenuti la facilità di emulare tali comportamenti non rischiando nulla", afferma Pilagatti.

Il sindacato, prosegue ancora la nota, "dichiara lo stato di agitazione e nei prossimi giorni organizzerà una sit in protesta con i propri dirigenti che si incateneranno davanti al carcere rendendo difficile l’entrata e l’uscita dal penitenziario, per poi spostarsi presso l’adiacente Provveditorato ove sempre gli stessi dirigenti si incateneranno alla porta di ingresso non permettendo a nessuno di uscire o entrare nello stabile fino a quando il provveditore regionale non prenderà provvedimenti urgenti nei confronti dei detenuti violenti che nella regione puglia rimangono spesso impuniti, nonché chieda l’intervento urgente del DAP con l’invio di personale per far fronte a questa emergenza che non è più tollerabile".

In merito agli episodi denunciati dal Sappe è intervenuto il deputato della Lega Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia: “L’episodio di violenza che si è verificato nel carcere di Bari, dove due detenuti hanno aggredito tre agenti di polizia penitenziaria con schiaffi e pugni, è un fatto di inaudita gravità. Mi auguro che vengano presi provvedimenti seri nei confronti di chi si rende responsabile di atti così deprecabili. Non è concepibile che si debba temere per la propria incolumità mentre si sta svolgendo il proprio dovere al servizio dello Stato. E’ urgente, come richiesto anche dal Sappe, il sindacato di categoria, rafforzare gli organici con l’immissione di nuovo personale. Tra pochi giorni sarà pubblicato il diario della prova di esame del concorso per 1713 posti di allievi agenti della polizia penitenziaria. Una prima risposta concreta, alla quale altre dovranno seguire. A cominciare dal ripristino immediato delle aree di isolamento per quei detenuti che, in totale spregio della funzione rieducativa della pena, si lascino andare alla furia di una violenza cieca e senza speranza”.

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