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Record di richieste di cassa integrazione in Puglia, lavoratori più poveri: "Perdita di 374 milioni di euro"

La denuncia arriva dalla Uil, relativamente ai dati sugli ammortizzatori sociali, che nel 2020 hanno toccato livelli mai raggiunti prima. Busto: "Blocco dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori sociali, almeno fino alla prossima estate, misure indispensabili per evitare perdite di posti di lavoro"

Nelle tasche dei lavoratori pugliesi che nel 2020 hanno usufruito della cassa integrazione mancano oltre 374 milioni di euro, al netto dell’Irpef e delle addizionali regionali. È la denuncia della Uil Puglia, a commento dei dati relativi agli ammortizzatori sociali sul territorio regionale, che a causa della pandemia da Covid ha raggiunto numeri record, tra ordinaria, in deroga e Fsba. Un dato su tutti mostra la situazione preoccupante: nel 2020 la richiesta di cassa integrazione ha sforato quota 186 milioni di ore in Puglia, un traguardo mai tagliato prima.

"I dati – commenta Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia – dimostrano, innanzitutto, come il blocco dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori sociali, almeno fino alla prossima estate, siano misure indispensabili, per evitare che tantissimi pugliesi perdano il proprio lavoro, generando così una bomba sociale difficilmente contenibile. Basti pensare che sono oltre 91mila i lavoratori e le lavoratrici pugliesi in cassa integrazione a zero ore, per i quali si stima una perdita media fino a circa 6 mila euro annui. Inoltre – continua Busto - non è più prorogabile la riforma degli ammortizzatori sociali, che punti a velocizzare e semplificare le procedure, affrontando il tema della revisione dei tetti massimi del sussidio della cassa integrazione e della loro rivalutazione, fissati oggi per legge a 998,18 euro lordi mensili per retribuzioni inferiori o pari a 2.159,48 e a 1.199,72 per retribuzioni superiori a 2.159,48 euro. Oltre all’innalzamento dei massimali la rivalutazione dei sussidi dovrebbe essere ancorata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua che, come noto, negli ultimi anni ha registrato indici molto vicini allo zero".

"A livello regionale, poi, bisogna lavorare con la necessaria concretezza per spendere nel miglior modo possibile i fondi europei del piano Next Generation. Non ci possiamo permettere errori – conclude Busto - abbiamo solo una possibilità per rimettere in moto l’economia regionale dopo la piaga pandemica: dietro l’angolo si annida una ecatombe occupazionale che va scongiurata con ogni mezzo, investendo le risorse di Bruxelles in progetti mirati, senza disperderli in mille, inutili rivoli, ma con la tempestività che il momento storico richiede".

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