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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Sciopero Coop e grande distribuzione, doppio presidio dei lavoratori: "No a politiche al ribasso"

La mobilitazione promossa da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Uil: sit-in davanti agli uffici Lega Coop e presso Ikea

Rinnovo del contratto bloccato da anni per i lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata, mentre per gli addetti della distribuzione cooperativa si prospetta un nuovo contratto che "peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio". Sono queste alcune delle ragioni alla base della protesta promossa oggi da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Uil.

A Bari i lavoratori delle rispettive categorie hanno manifestato dando vita ad un doppio presidio: presso Lega Coop per la distribuzione cooperativa e nel piazzale antistante Ikea per gli operatori della Grande distribuzione organizzata aderenti a Federdistribuzione.

"L’associazione datoriale - spiegano i sindacati per quanto riguarda Federdistribuzione - disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del Contratto Nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo che contributivo".

A preoccupare i lavoratori delle Coop, il rinnovo del Contratto Nazionale della Cooperazione scaduto ugualmente da quattro anni, per il quale "le cooperative pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia". A ciò si sommano, ricordano i sindacati, "le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette dei contratti integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori".


 

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