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Economia

Vertenza Bridgestone, trattative in stallo. L'azienda punta a dimezzare i costi

Oggi il nuovo vertice al Ministero dello Sviluppo economico. Per salvare lo stabilimento barese i manager intendono puntare sulla produzione di bassa gamma, ma la proposta continua a non convincere i lavoratori

Puntare sulla produzione di pneumatici "general use" per ridurre del 50% i costi e mantenere in vita lo stabilimento barese. Al tavolo del Ministero dello Sviluppo eonomico, tenutosi nuovamente oggi a Roma, la Bridgestone insiste sulla proposta di convertire la fabbrica per produzione di pneumatici di bassa gamma per riuscire a fronteggiare la concorrenza dei Paesi asiatici.

Ma l'ipotesi, già avanzata durante l'incontro dello scorso 5 aprile, continua a non convincere i sindacati. Perchè non sembra garantire una prospettiva di sopravvivenza a lungo termine dello stabilimento, e ancor più perchè nel corso dell'incontro odierno è stata presentata "in maniera sommaria", cioè, spiegano i lavoratori, senza illustrare nel dettaglio in che modo verranno eventualmente attuati i tagli.

"La proposta dell'azienda - riferisce Vincenzo Ingrosso, Rsu Cgil - continua a non convincerci. E' poco concreta e non ci sembra positiva per il futuro della fabbrica". "Inoltre - sottolinea Ingrosso - ci è sembrata una mancanza di serietà il fatto che all'incontro di oggi non fosse presente l'amministratore delegato di Bridgestone Europe, Franco Annunziato, ma solo i responsabili del personale".

Per quanto riguarda invece l'altro scenario prospettato nel vertice del 5 aprile, ovvero quello della cessione dello stabilimento, l'azienda ha fatto sapere di aver incaricato un'agenzia, la Boston Consulting, alla quale sono stati dati due-tre mesi di tempo per cercare un acquirente eventualmente interessato a rilevare la fabbrica. Al termine della riunione il Sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti ha comunque invitato la Bridgestone a presentare un piano più dettagliato per lo stabilimento "in un'ottica di medio-lungo periodo".

Il prossimo incontro al Mise è convocato per il 2 maggio. I lavoratori confidano in una proposta da  parte dell'azienda che possa finalmente permettere alle trattative di uscire da questa impasse. Anche se resta forte, finora, la brutta sensazione che l'azienda non si stia impegnando fino in fondo per garantire un futuro ai suoi 950 dipendenti  baresi.

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