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"Con la musica ho superato ogni barriera": storia di Paky, dalla balbuzie al primo singolo in radio

Il cantautore 21enne ha inciso il singolo "Non è la filosofia", con oltre 70mila visualizzazioni su Youtube. "Quando ho iniziato a cantare i miei amici sorrisero", spiega

Oltre 70mila visualizzazioni su Youtube per il suo ultimo singolo sbarcato in radio, "Non è la filosofia", inno per una presa di coscienza generazionale, un ep già prodotto e diverse menzioni in concorsi nazionali. Difficile pensare la vita del cantante 22enne Paky, in arte Pasquale Schiraldi, senza la musica. Una forma comunicativa che gli ha permesso di superare ogni barriera, compresa quella della balbuzie, che sin da quando era bambino ha creato una 'distanza' con le persone. Ci siamo fatti raccontare la sua storia

Da quanto tempo sei balbuziente?

Praticamente da sempre: balbetto da quando avevo 5-6 anni. Eppure le balbuzie non sono mai state un impedimento a quello che volevo fare: il cantante.

Perché?

Forse proprio grazie alla balbuzie che ho intrapreso questa strada. Avevo bisogno di un mezzo per comunicare e superare questo scoglio e l'ho trovato nella musica. Il mio limite è la mia forza: quando canto sono io a comandare, ho il pieno controllo di ogni singola parola che pronuncio. Non sono quelli i veri limiti.

E quali?

La difficoltà di riuscire a farsi ascoltare, la difficoltà di doversi scontrare continuamente con ciò che è stato determinato a prescindere dalla moda, dai media, dalle tendenze. La difficoltà di riuscire nonostante tutto a dire ciò che voglio dire e nel modo che io ho deciso senza dovermi necessariamente omologare a canoni di tendenza. Perché la musica deve appartenerti, non può essere costruita a tavolino, deve essere quello che l'anima ti suggerisce.

Ne parli anche in una delle tue canzoni

Sì in "Parole a metà", dove sfido proprio quelle persone che vedono nelle balbuzie un limite. Nel testo il protagonista spiega proprio che balbettare non deve essere un 'blocco' nel comunicare. "Io non rinuncio a dire quello che mi pare, mi dispiace tu dovrai aspettare" è il messaggio che lancio a chi si vuole prendere gioco dei balbuzienti. Ora porto questo messaggio anche nelle scuole.

Con un progetto dedicato

Sì. Il 26 febbraio mi esibirò all'Istituto comprensivo di Torri di Quartesolo, in provinca di Vicenza. Incontrerò i ragazzi di prima, seconda e terza media, raccontando loro anche il mio rapporto con la balbuzie, le difficoltà e le sfide connesse a questa situazione. Mi piacerebbe poi ripetere l'esperienza in altre scuole italiane, magari proprio in quelle della mia  terra.

Quando nasce questa passione per la musica?

A 14 anni, durante la scuola media. Sono nato ad Acquaviva, ma ho studiato sin da piccolo a Bitonto. Il primo genere con cui mi rapportai era il metal, adoravo Marylin Manson. Dal 2010 ho imbracciato la chitarra acustica, sotto la guida del maestro Tommaso De Filippis all’Accademia musicale Modugno di Bitonto. Ho scelto questo strumento per avere una 'base' da cui partire per studiare musica. Le esperienze fatte all'interno delle band si rifacevano però al mondo del rock. Ricordo ad esempio la cover band pop Rock “The Fireworks”, vincitrice di un primo premio e finalista regionale al concorso “Puglia Talent”, in cui suonavo da chitarrista solista.

Quando ci fu la svolta acustica da cantante?

In terzo superiore, quando scrissi il mio primo brano. Da lì mi innamorai della musica acustica, scoprendo il talento di artisti nostrani come Lucio Battisti, Rino Gaetano e Fabrizio Moro. Quando feci ascoltare il brano registrato sul cellulare ai miei amici, lo trovarono interessante, perché parlava della scuola e del loro mondo. Pensai che quello potesse essere un ottimo inizio per la mia carriera artistica. Dopo quella canzone ne nacquero altre, tra cui "Campagnolo", che descrive una realtà che appartiene a tutti coloro che lavorano la nostra terra e allo stesso momento la amano.  

Cosa sogni per il futuro?

Finora ho avuto tante soddisfazioni, tra cui la pubblicazione del mio primo ep, "Attimi". Il mio obiettivo è far arrivare il mio messaggio, le mie parole,  la mia musica il più lontano possibile, a più persone possibile.

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