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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Bari raccontata in un tweet diventa un corto di Paolo Sassanelli

L'esperimento nato dal concorso "Twittastorie" di Telecom Italia, i cui partecipanti si sono sfidati 'a colpi di tweet' cercando di descrivere la città in 140 caratteri. Il regista barese ne ha poi scelto uno, trasformandolo in un video

Descrivere la propria città in 140 caratteri: un semplice tweet. Selezionare il migliore e trasformarlo in un video realizzato da un regista. E’ questo l’obiettivo del concorso “Twittastorie” realizzato da Telecom Italia. Dopo il grande successo registrato l’anno scorso con le città di Napoli, Roma e Genova, quest’anno Telecom ha deciso di replicare puntando sulle città di Milano, Bologna e Bari.

Paolo Sassanelli, attore e regista barese, ha scelto il tweet migliore trasformandolo in un video. Tutto è partito dal concept di 140 caratteri vincenti di @MASSI_Martens: "I bari barano al tavolo della Bari che bara". Un gioco di allitterazioni e assonanze  a cui il regista non ha voluto rinunciare.

"Infatti – racconta ai nostri microfoni Paolo Sassanelli -. Mi piaceva il suono e il gioco di parole che questo tweet era in grado di generare".

Ma i bari c’entrano qualcosa con la città?
"No, non vorrei essere frainteso. Questo tweet mi ha permesso di  rappresentare altri tweet che mi sono piaciuti. In questo video è rappresentato lo spirito dei baresi, la loro voglia di divertirsi, di chiacchierare, di scherzare e di trascorrere il tempo che passa con il sorriso nonostante le avversità".

Il mare è il protagonista principale del video?
"Sì, il mare rappresenta l’elemento naturalistico che quasi tutti hanno menzionato nei loro tweet. Ho trovato molte volte anche il polpo, la birra Peroni e la passione per i frutti di mare".

"I BARI BARANO AL TAVOLO DELLA BARI CHE BARA"

E la focaccia?
"Questa non sono riuscita ad inserirla, anche se fa parte dell’immaginario collettivo della città. Senza dubbio".

Torni spesso a Bari, ma a distanza di anni come trovi la città? E’ sempre quella de “La Capa Gira”?
"Forse un po’ di quel clima è rimasto, ma è di sicuro una città trasformata in meglio. Bari è una città aperta, levantina, che guarda all’est Europa, che si apre allo scambio culturale con chi viene da lontano. A ciò si aggiunge che è al centro del mar Mediterraneo con cui ha sempre imbastito un profondo scambio di culture e tradizioni.  Tutto questo non può che fare del capoluogo una città in continuo fermento. Di sicuro c’è molto da fare, ma Bari è guardata con molta attenzione e fascino anche da chi è fuori proprio per i suoi forti elementi culturali".

A cosa non rinunci quando torni a Bari?
"Alla focaccia e ai ricci. Li adoro, non posso resistere!"

Il tuo luogo preferito?
"Dove sono nato: Bari vecchia, anche se l’ho scoperta solo più avanti. Poi il lungomare, ma anche il rione Carrassi dove mi sono trasferito nel corso della mia giovinezza. Ne potrei elencare tanti, ma questi sono quelli a cui sono più affezionato.

Ritieni l’esperimento “twittastorie”  riuscito?
"E’ stata una bella esperienza. Penso che questa relazione con gli utenti possa aiutare i registi ad entrare sempre più nel profondo dei luoghi che rappresentiamo. Ho trovato davvero tanti tweet interessanti dal punto di vista cinematografico".

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