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Cronaca

Calcioscommesse, Gillet scrive al sindaco: "Restituisco le chiavi della città"

L'ex capitano biancorosso nella bufera dopo il deferimento della Figc. "Un giorno verrò a riprendermele insieme alle scuse di coloro che mi hanno condannato senza attendere le sentenze dei Tribunali"

Vittima di una "spietata caccia all'uomo", di uno "stillicidio mediatico" da parte di chi sta tentando di speculare "sulla sua pelle e sul suo onore". Così si definisce Jean-Francois Gillet, l'ex capitano biancorosso finito in questi giorni nella bufera perchè indagato nell'ambito dell'inchiesta barese sul calcioscommesse e deferito dalla Figc. Proprio contro di lui si sono scatenati gli attacchi più duri di molti tifosi, e in tanti sono arrivati a chiedere la restituzione delle chiavi della città che il sindaco Emiliano gli aveva consegnato nel settembre 2010 per il suo record di presenze nella squadra biancorossa. E proprio al primo cittadino Gillet ha inviato una lettera, annunciando la sua volontà di riconsegnare le chiavi della città, convinto di poter tornare presto a riprenderle quando la sua vicenda giudiziaria si sarà conclusa e lui avrà dimostrato la sua innocenza. La lettera è stata pubblicata oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ecco il testo completo:

"Egregio Sig.Sindaco,

avevo vent'anni quando arrivai a Bari scoprendo una città straordinaria e la sua gente, capace di accogliermi come un figlio, come se fossi nato qui. Prima di imparare la lingua italiana, ho imparato il dialetto barese senza mai dimenticarlo o nasconderlo, neanche durante il mio esilio sportivo a Treviso o, dopo il mio addio,  quando ho giocato a Bologna e Torino. Mia moglie è barese, ho un figlio barese e quando torno a casa, io torno a Bari. Come sa, sono coinvolto in un'inchiesta giudiziaria e sportiva, in cui mi viene contestato d'aver venduto l'onore della mia città e della maglia che ho vestito più volte di chiunque altro nella storia della Bari.

Da qualche tempo sono oggetto, sui siti, facebook o giornali, di una spietata caccia all'uomo di "tifosi delusi", politici locali e gente che spera di guadagnare consensi e notorietà sulla mia pelle e sul mio onore. Per questo motivo e per porre fine a questo stillicidio mediatico, rimetto nelle sue mani e nella sua custodia, le chiavi della nostra città, che lei ebbe modo di affidarmi in una mattina per me indimenticabile. Signor sindaco, ne abbia cura, perchè un giorno verrò a riprendermele insieme alle scuse di coloro che mi hanno condannato senza attendere le sentenze dei tribunali".

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