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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Tangenti, 60mila euro dall'imprenditore Di Carlo per l'appalto: Sannicandro resta interdetto dai pubblici uffici

Rigettata la richiesta dal Tribunale del Riesame di Bari contro l'interdizione dai pubblici uffici di 12 mesi per Elio Sannicandro, accusato di aver ottenuto una mazzetta di 60mila euro dall'imprenditore lucerino Antonio Di Carlo in cambio di appalti

Il Tribunale del Riesame di Bari ha rigettato la richiesta di revoca dell'interdizione dai pubblici uffici di Elio Sannicandro, finito nell'inchiesta delle tangenti sugli appalti del dissesto idrogeologico, vicenda per la quale l'ex direttore generale di Asset Puglia è indagato in qualità di soggetto attuatore presso l’ufficio del commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Puglia

L'ing. Raffaele Sannicandro, detto Elio, è accusato di aver ottenuto una mazzetta di 60mila euro dall'imprenditore lucerino Antonio Di Carlo in cambio di appalti.

Per il Tribunale del Riesame di Bari, circa la gravità indiziaria, sia la consegna del denaro che l'interessamento risulterebbero provati. Con riferimento alla prima delle due società di Antonio Di Carlo, avrebbe garantito all'imprenditore l’aggiudicazione dei lavori pubblici dell’appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere di mitigazione e prevenzione del rischio idraulico nei bacini idrografici del torrente Picone e della Lama Lamasinata (interventi in corrispondenza del canale deviatore immediatamente a valle di via Donadonisi), interessandosi personalmente con il presidente della commissione di gara sull’andamento dei lavori della commissione e sulla modalità di assegnazione dei punteggi. 

Dalle carte dell'inchiesta è emerso che più volte Antonio Di Carlo e Sergio Schiavone avevano incontrato Raffaele Sannicandro per discutere dei lavori pubblici del dissesto e dell'aggiudicazione degli appalti, promettendo e consegnando denaro in contanti per essere favoriti. Effettivamente fu l'imprenditore foggiano ad aggiudicarsi quella gara per 1.434.522 euro mediante le condotte collusive, dapprima attraverso un primo accordo con Elio Sannicandro tramite Schiavone.

L'8 febbraio era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 13 soggetti indagati, accusati a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e turbata libertà degli incanti, per fatti commessi nelle province di Bari e Foggia, fra il mese di settembre 2019 e il febbraio 2021.

Gli indagati sono Michele Campanella di Orta Nova e Donato Coppolella di Foggia. Gli imprenditori Antonio e Carmelisa Di Carlo di Lucera, Antonio Ferrara e Bruno Maria Gregoretti (misura interdittiva per 12 mesi), Leonardo Panettieri e Roberto Polieri (misura interdittiva rispettivamente di 12 e 8 mesi). Rocco Rossi di Anzano di Puglia, Raffaele Sannicandro detto Elio (misura interdittiva per il 12 mesi), Sergio Schiavone (domiciliari), Michele Tamborra e la ‘F.lli Di Carlo Srl’ nella persona del legale rappresentante pro-tempore.

L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza e costituisce l’epilogo di un’articolata attività avviata nel 2020, che ha consentito di “disvelare un collaudato meccanismo di 'addomesticamento' e 'manipolazione' di procedure di gara inerenti a lavori eseguiti a Bari e in diversi comuni dei Monti Dauni”, grazie alla compiacenza di alcuni pubblici ufficiali, da cui si rileverebbe un “quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica”.

La mazzetta da 60mila euro per l'appalto da 1,4 milioni

In particolare, si legge nel documento, Sannicandro – nella qualità di soggetto attuatore per l’ufficio del Commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Puglia – avrebbe “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, ricevuto denaro dall'imprenditore Di Carlo Antonio, amministratore di fatto della F.lli Di Carlo S.r.l. e della Icg S.r.l da Schiavone Sergio, in qualità di intermediario tra i due, per una somma complessiva di almeno 60mila euro quale per corrispettivo per favorire le società nella partecipazione e nell'aggiudicazione nelle gare pubbliche” bandite dall'Ufficio del Commissario straordinario nel mese di novembre 2019 ed in particolare, con riferimento alla società F.lli di Carlo S.r.l. di Di Carlo Antonio, “garantendogli l'aggiudicazione dei lavori pubblici (appalto integrato per la progettazione esecutiva e realizzazione delle opere di mitigazione e prevenzione dal rischio idraulico) interessandosi personalmente con Borrelli Giorgio”, presidente della commissione di gara sull'andamento dei lavori della commissione e sulle modalità di assegnazione dei punteggi, “nonché incontrandolo privatamente nei giorni delle sedute di gara. In particolare - si legge nelle carte - Di Carlo Antonio e Schiavone Sergio incontravano in più occasioni il pubblico ufficiale in diversi bar e ristoranti per discutere dei lavori pubblici del dissesto ai quali erano interessati ad aggiudicarsi gli appalti. promettendo e consegnando denaro in contanti per essere favoriti nelle aggiudicazioni”.

Davanti al Gip Elio Sannicandro aveva sostenuto di non aver ricevuto denaro o offerte di denaro, e sottolineato come i rapporti con l'imprenditori fossero stati occasionali. "Non si sono mai sentiti, non si sono mai visti da soli e non ci sono stati altri incontri a parte quelli contenuti nel fascicolo delle indagini" aveva evidenziato l'avv. Michele Laforgia

Rispetto al ritrovamento di 8500 euro in contanti rinvenuti nella sua abitazione il 28 luglio 2020, secondo il legale difensore, in quel periodo Sannicandro aveva subito un pignoramento tempo prima ritrovandosi con i conti bloccati: "Da lui sono passati appalti per centinaia di milioni di euro, è singolare discutere di 8500 euro". 


 

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