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Cronaca

Favori ai boss in carcere, chiuse le indagini su sei agenti di polizia penitenziaria

I poliziotti coinvolti nelle indagini, in servizio a Bari e Taranto, sono accusati di favoreggiamento. Due di loro sono stati arrestati a giugno scorso insieme a due pregiudicati

Avrebbero favorito pregiudicati e affiliati a clan detenuti in carcere, introducendo droga, sigarette e altri oggetti vietati dal regolamento penitenziario, ricevendo in cambio denaro e regali. E' la pesante accusa formulata dalla Procura di Bari che ha chiuso le indagini a carico di sei agenti di polizia penitenziaria in servizio nel capoluogo pugliese e a Taranto. Secondo i pm, gli indagati avrebbero "fornito un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo a noti pregiudicati" detenuti.

Due dei poliziotti coinvolti nelle indagini - Giuseppe Altamura soprannominato "Cartellino Rosso" e Francesco De Noia detto "Franchin la Guardia" - sono stati arrestati il 21 giugno scorso, insieme con i due pregiudicati Vincenzo Zonno (figlio del boss Cosimo) e Nurce Kafilai. I due agenti rispondono di favoreggiamento personale con l'aggravante di aver favorito una associazione mafiosa, corruzione, detenzione e cessione di droga, oltre ad alcuni episodi di lesioni, minacce, ingiurie, calunnie e abbandono del luogo di servizio. Altamura, scrivono gli inquirenti, "attraverso i rapporti privilegiati ed esclusivi'' con alcuni detenuti ''si assicurava forte considerazione, protezione e rispetto anche da parte degli altri reclusi, tanto da essere considerato uno di loro o comunque tifoso del clan Strisciuglio".

Nell'inchiesta sono coinvolti anche altri quattro poliziotti, fra cui tre agenti con qualifica di assistente capo e un ispettore di Polizia Penitenziaria, accusati di favoreggiamento.

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