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Cronaca

Fitto condannato per tangenti, la Procura di Lecce indaga sui giudici baresi

L'inchiesta è stata aperta dopo un esposto presentato dall'ex ministro in seguito alla sentenza di condanna per corruzione emessa dal tribunale di Bari lo scorso 13 febbraio

La procura di Lecce ha aperto un'indagine sui giudici del tribunale di Bari che il 13 febbraio scorso condannarono a quattro anni di reclusione per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d'ufficio, l'ex ministro agli Affari regionali ed ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto, parlamentare del Pdl. Nelle scorse settimane - secondo quanto pubblica la Repubblica-Bari - il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, ha chiesto al presidente del tribunale di Bari, Vito Savino, gli atti del processo, ottenendo tutto l'incartamento.

Dopo la sentenza Fitto attaccò duramente il collegio di magistrati per la celerità con la quale aveva fissato le udienze ed aveva emesso la sentenza di primo grado: "Attendo di sapere dal presidente Forleo - disse - dalla consigliera Goffredo e dal presidente del tribunale Savino perché vengono utilizzi due pesi e due misure in modo così clamoroso". "Ci sono dei processi per i quali gli stessi componenti del collegio che mi ha condannato, - aggiunse - hanno fatto valutazioni differenti con tre udienze all'anno, salvo dichiarare la prescrizione di quei procedimenti a differenza del caso mio nel quale ho avuto il privilegio di avere tre udienze a settimana". Le motivazioni della sentenza si conosceranno a metà agosto.

"E' vero che, come è consentito a qualsiasi cittadino, ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lecce del quale non ho volutamente dato, all'epoca, notizia ed in base al quale, come apprendo dalla stampa, sarebbe stata avviata un'indagine, ma i contenuti dello stesso sono certamente diversi da quelli che qualcuno ha voluto rappresentare", ha affermato oggi in una nota il parlamentare del Pdl Raffaele Fitto, in relazione alla notizia. "Per il rispetto che tutti dovrebbero portare per il lavoro di tutti i magistrati - aggiunge Fitto in una nota - mi astengo da ogni considerazione nel merito, non cadendo nella trappola di chi vorrebbe trasformare in rissa questioni serie e che devono essere valutate esclusivamente nelle sedi competenti". (Ansa)

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