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Cronaca Torre a Mare

Omicidio Caterina Susca a Torre a Mare, fermato giovane nigeriano: ha confessato

Si tratta di un ragazzo di 18 anni. Il giovane è stato rintracciato e interrogato nella notte. La Procura: "Determinante la collaborazione dei cittadini"

Ha confessato al termine di un lungo interrogatorio, durante il quale gli investigatori gli hanno contestato le ''numerose prove a carico raccolte nelle ore immediatamente successive alla feroce aggressione''. Così  Nwajiobi Donald, 18 anni, nigeriano, ha ammesso di essere l'assassino di Caterina Susca, la 60enne strangolata nella sua villetta di Torre a Mare lo scorso 11 novembre.

LA CATTURA - Il 18enne, regolare sul territorio nazionale con un permesso di soggiorno per motivi umanitari, è stato fermato dalla polizia ieri sera, mentre si trovava in via Quintino Sella, a bordo di un autobus proveniente dal Cara. Gli investigatori sono riusciti a rintracciarlo grazie al cellulare rubato alla vittima, che il 18enne aveva ancora con sè, e che sebbene privo della sim, aveva continuato a segnalare i suoi spostamenti. La polizia è salita a bordo armi in pugno, lasciando andare i cittadini il cui colore della pelle era chiaro e obbligando quelli di altre etnie a stendersi per terra. Quindi è stato fatto squillare il cellulare - quello rubato alla vittima - dopo che gli investigatori avevano ricavato nelle ore precedenti l'Imei ed erano riusciti ad associarlo alla nuova Sim. Lo squillo proveniente dalle tasche degli abiti indossati dal 18enne ha reso così possibile individuare l'assassino.

LA CONFESSIONE - Fermato e portato in Questura, Nwajiobi è stato ascoltato tutta la notte. Alla fine il 18enne è crollato. Ha ammesso l'omicidio,  ed è stato lui stesso a condurre gli investigatori nella campagna vicino al Cara dove aveva nascosto gli indumenti che indossava - berretto giallo e felpa rossa, immortalati nella foto scattata dai vicini di Caterina Susca - ed un paio di forbici, con le quali avrebbe aggredito la donna, prima di strangolarla. Questa mattina, il fermo della Procura di Bari  e il trasferimento in carcere.

LA VERSIONE DI NWAJIOBI - Secondo quanto raccontato dal giovane agli investigatori, quella mattina si trovava a Torre a Mare per cercare lavoro. Aveva già chiesto ad alcuni commercianti, poi aveva incontrato la donna, alla quale aveva chiesto del denaro. La 60enne - sempre secondo la versione del 18enne - gli aveva promesso un regalo, e per questo lui l'avrebbe seguita nella sua villetta al residence "L'Uliveto". Una volta in casa, Caterina Susca, udendo rumori sospetti provenienti dall'esterno, avrebbe preso un paio di forbici. Nwajiobi a quel punto avrebbe perso il controllo, si sarebbe impossessato della forbice ferendo e uccidendo la donna. Quindi sarebbe fuggito, fotografato dai vicini di casa della 60enne. La versione del giovane, tuttavia, non convince del tutto gli investigatori. Le indagini infatti vanno avanti per capire se ci siano anche altre persone coinvolte nell'omicidio.

"DETERMINANTE LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI" - Grande importanza per le indagini ha avuto proprio la foto scattata dai vicini di Caterina Susca, come sottolineato oggi dalla Procura. ''Per la rapida soluzione del caso - si legge in una nota - è stata determinante l'attività svolta, sotto la direzione del dott. Luigi Rinella, dalla Squadra Mobile della questura di Bari che, grazie anche alla fattiva collaborazione dei cittadini, ha sviluppato e verificato con tempestività ed intuito tutti gli spunti investigativi disponibili pervenendo all'identificazione del presunto autore del reato''.

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