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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

I 'furbetti' della sanità barese: casi, condanne e danni nella relazione della Corte dei Conti

Le false prescrizioni di farmaci prodotte da un medico di famiglia, il dirigente medico 'libero professionista' senza autorizzazioni: sono alcuni dei casi evidenziati nei report presentati in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 

Una regione che "si caratterizza per una amministrazione e un tessuto economico sostanzialmente sani, ma non privi di criticità, che derivano più da comportamenti individuali che da fenomeni criminali organizzati": è il giudizio che emerge dalla relazione del Procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmela De Gennaro, presentata oggi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il presidente della sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti della Puglia, Pasquale Daddabbo, parlando in particolare delle criticità del sistema sanitario, ha citato nel corso del suo intervento alcune sentenze "sintomatiche del fatto che taluni soggetti - ha evidenziato - invece di svolgere la propria attività per migliorare le prestazioni fornite ai cittadini in un fondamentale settore per la tutela della salute pubblica, indirizzano il loro agire al perseguimento di scopi illeciti e di profitti personali".

Uno dei casi citati, tra le quattro azioni di responsabilità esercitate dalla Corte dei Conte in materia sanitaria nel 2023, ha riguardato la prescrizione di false ricette da parte di un medico di medicina generale operante nel Barese. Il medico, come si legge nella relazione del procuratore De Gennaro, avrebbe agito "al duplice scopo di procurarsi medicinali, anche ad alto costo, da consegnare ad un ricettatore per la rivendita in Albania nonché la promozione della vendita, dietro compensi illeciti, di medicinali proposti  da informatori scientifici. La vicenda vede coinvolti (dolosamente o anche  in modo solo gravemente colposo) anche diversi farmacisti, dello stesso  comune, che accettavano la consegna continua di un cospicuo numero di  ricette, intestate ad ignari pazienti, da parte dello stesso medico il quale,  sempre personalmente, provvedeva a ritirare i medicinali falsamente  prescritti". La Procura ha chiamato il medico a rispondere dell’intero  danno quantificato in € 568.909,86, nonché i singoli farmacisti. Il giudizio è stato definito con sentenza di condanna n. 367/2023, ad oggi non impugnata.

Un altro caso che emerge dalla relazione, in materia di personale, è quello relativo a un dirigente medico della Asl Bari, in servizio a tempo pieno presso un ospedale del Barese, al quale la Procura ha contestato lo svolgimento, con  continuità, di attività libero – professionale, non autorizzata, nel proprio  studio medico dal 2011 al mese di gennaio 2017 (ad eccezione degli anni 2014 e 2015). "Stante l’esclusività del rapporto di lavoro che lo  legava alla Asl - si legge nella realazione - ed ai sensi dell'art. 26 C.c.n.l. integrativo 2004 e art. 33  C.c.n.l. del 03.11.2005, il medico ha percepito: la retribuzione di  posizione minima unificata contrattuale, la retribuzione di posizione  variabile, l’indennità di esclusività, l’indennità di risultato (ex retribuzione  di posizione) prevista dall'art. 50, comma 4, C.C.N.L. 08.06.2000, per un  importo totale di € 100.258,31. Tale importo rappresenta il danno che il  medico è stato chiamato a risarcire per avere contravvenuto agli obblighi  derivanti dalla scelta del regime di esclusività. Il giudizio è stato definito con sentenza di condanna n. 58/2023". 

Un'altra vicenda citata nella relazione ha avuto a riferimento l’indebita percezione di indennità di esclusività da parte di un dirigente medico, sempre in servizio presso un ospedale del Barese, "per aver costui esercitato attività extramuraria non autorizzata nel suo studio medico privato. La Procura ha chiesto che il  medico venisse condannato alla restituzione di quanto percepito, a titolo  di indennità di esclusività (€ 185.589,43), dal mese di gennaio 2012 a quello di febbraio del 2020. Il giudizio è stato definito con la sentenza di condanna n. 83/2023".

Corte dei Conti, i numeri in Puglia

Nel corso del 2023, soltanto in Puglia sono stati aperti 1.330 nuovi fascicoli mentre ne sono stati definiti 5.897. La giacenza finale al 31 dicembre 2023, è di 9.448 fascicoli istruttori, pari ad un carico medio per ogni magistrato (escluso il Procuratore regionale) di 1.890 fascicoli. Le segnalazioni oggetto di archiviazione immediata, cioè quelle in relazione alle quali non è stato aperto alcun fascicolo istruttorio, trattandosi di notizie prive dei requisiti di specificità e concretezza richiesti dall’art. 54 c.g.c., sono state  2.604. 

Nel 2023 sono stati 53 nuovi giudizi tutti afferenti a fattispecie di responsabilità risarcitoria, per un totale complessivo di 9 milioni e 438 mila euro; mentre sono stati riassunti quattro giudizi già introitati negli anni precedenti. Avverso le sentenze emesse nel corso dell’anno dalla Sezione giurisdizionale, sono stati promossi nove  atti di appello. E sono state svolte anche le seguenti ulteriori attività: la formulazione di 1.724 atti istruttori, comprese le deleghe di indagini agli organi di polizia giudiziaria, la disposizione 5.844 archiviazioni, 65 inviti a dedurre, 52 audizioni personali su espressa richiesta di altrettanti soggetti invitati a dedurre; formulati otto pareri in ordine ad altrettante istanze di ammissione al rito abbreviato ex art. 130 c.g.c. ed esaminate 814 relazioni su conti giudiziali. 

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