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Cronaca

Torna libero Francesco Leone, condannato per il sequestro del ragioniere di Berlusconi

Il 56enne barese era stato arrestato nel novembre del 2012, accusato di essere la mente dell'azione criminosa. Avrebbe richiesto denaro per dei documenti importanti nel processo Fininvest

Dopo sei anni e otto mesi è tornato libero il 14 luglio scorso Francesco Leone, 56enne barese balzato agli onori delle cronache nazionali il 19 novembre del 2012. Quel giorno fu arrestato perché ritenuto la mente del sequestro di Giuseppe Spinelli, ragionere contabile 76enne e fedelissimo di Silvio Berlusconi

Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato pianificato da Leone e tre complici, tutti albanesi, per altri aspetti, legati al lodo Mondadori. Avrebbero ostentato il possesso di documenti in grado di capovolgere gli esiti della pesante sentenza contro Fininvest, chiedendo 35 milioni di euro per fruirne e, ovviamente, per il rilascio di Spinelli e della moglie. I due furono tenuti ostaggi in casa propria, a Bresso, per essere poi liberati in meno di 12 ore, senza ricavarne denaro. Sembrerebbe infatti che tali documenti fossero inesistenti.

In fase di processo i pm avevano chiesto per il 56enne barese il doppio della pena, in primo grado, rispetto agli otto anni e otto mesi poi comminati: ma il reato fu riqualificato da sequestro di persona a scopo di estorsione a sequestro di persona e violenza privata. Nel processo di appello la vicenda fu ulteriormente riqualificata in sequestro, violenza privata e tentata truffa, nonostante i magistrati chiedessero sempre lo scopo di estorsione. La sentenza fu quindi riformata a sei anni e otto mesi, rispetto agli otto anni e otto mesi inflitti in primo grado, con rito abbreviato. Nel frattempo, Leone, come atto di ravvedimento, aveva anche offerto un risarcimento di oltre 14mila euro (poi andati in beneficenza), vendendo, fra l’altro, una sua autovettura.

Ieri è quindi tornato un uomo libero e ha lasciato il carcere di "Mammagialla" di Viterbo. A raccontare la vicenda processuale è il suo avvocato, Carlo Martina: "Leone avrebbe dovuto terminare la pena nel 2018 perché il magistrato di sorveglianza di Frosinone gli aveva negato 375 giorni di liberazione anticipata speciale, 75 giorni a semestre, invece degli ordinari 45, a causa di una denuncia per corruzione di un agente della polizia penitenziaria del carcere di Frosinone". E proprio per questo, il detenuto barese era stato trasferito a Viterbo.

Per maggiori approfondimenti sulla vicenda vi rimandiamo all'articolo di Today.

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