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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Parità di genere, un bando della Regione garantisce rimborsi sulle spese per le aziende virtuose

È stato presentato questa mattina a Bari, in Fiera del Levante, l'avviso pubblico 'Un'Impresa alla Pari': le aziende che presenteranno domanda per ottenere la certificazione della parità di genere, potranno usufruire di un voucher a copertura delle spese aziendali fino all'80% del rendicontato

È stato presentato, questa mattina in Fiera del Levante, 'Un'Impresa alla Pari', il bando dedicato alla certificazione della parità di genere nelle imprese pugliesi, che vede nella Regione Puglia il soggetto promotore e in Unioncamere Puglia il soggetto gestore, con il coordinamento della Sezione per l’Attuazione delle Politiche di genere della Regione Puglia. Il bando sarà aperto fino al 4 marzo 2024 e finanzia a sportello, con un meccanismo a rimborso, le imprese pugliesi che vogliano ottenere la Certificazione di Parità. Con un delibera del 24 luglio 2023, la Giunta regionale ha approvato lo schema dell’Azione, che prevede un voucher a copertura delle spese aziendali fino all'80% del rendicontato, non solo i costi della certificazione propriamente detta, ma anche quelli propedeutici e di consulenza preliminare.

Hanno introdotto i lavori Titti De Simone, consigliera del presidente Emiliano per l’Attuazione del Programma di Governo, Luigi Triggiani, segretario generale Unioncamere Puglia, e Antonio De Vito, direttore generale Puglia Sviluppo. Presenti tra gli altri Luciana di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari, Annalisa Bellino, dirigente Sezione per l’Attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia, Gianna Elisa Berlingerio, direttora del Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia, Pasqua Ruccia, consigliera di Parità Regionale, e Barbara Falcomer, direttrice generale Valore D.

"Questo è uno dei bandi che consideriamo strategici per l'attuazione dell'Agenda di genere della Regione Puglia e quindi della strategia regionale per la parità di genere - ha spiegato Titti De Simone - Il bando mette a disposizione dell'intero sistema produttivo pugliese 400mila euro a valere sul bilancio autonomo regionale per acquisire la Certificazione di Parità, un nuovo strumento introdotto con legge nazionale e presente nel Pnrr, come linea strategica, oltre che all'interno del nuovo codice degli appalti. Le imprese in possesso di questa specifica certificazione acquisiscono dei punteggi e delle agevolazioni all'interno dei bandi degli appalti pubblici. Si tratta quindi di una misura che contribuisce a creare un sistema produttivo più inclusivo e maggiormente rispettoso della parità di genere, e che guarda a una riorganizzazione del lavoro che tenga conto di quelle che sono le esigenze delle donne soprattutto in termini di conciliazione vita/lavoro e per la parità salariale".

"I risultati finora raggiunti vanno oltre le nostre più rosee aspettative e l'aspetto più interessante è costituito dal fatto che 3 su 4 delle domande pervenute arrivano da micro-piccole e medie imprese, che hanno dimostrato una consapevolezza sull'etica nell'economia riconducibile, quasi sempre, alla grande impresa - ha dichiarato Luigi Triggiani - La certificazione della parità di genere oltre a essere un obiettivo etico è un obiettivo economico, perché abbiamo tutti bisogno dell'intraprendenza e della competenza e dedizione delle donne per far crescere in valore il mondo dell'impresa e anche la società tutta".

"Le imprese femminili in Puglia al secondo trimestre 2023 sono tante: 88mila, siamo la nona regione d'Italia, terza del Sud, dopo Campania e Sicilia. La vera notizia, però, è che si tratta di aziende tutt'altro che marginali: oltre 1.600 di quelle imprese femminili superano il milione di euro di fatturato; quasi un centinaio addirittura superano i 10 milioni - ha evidenziato Luciana di Bisceglie - Ma è un mondo in chiaroscuro con aspetti positivi e altri negativi. Se guardiamo le ‘cariche’, cioè le qualifiche o i titoli ricoperti da donne nelle imprese pugliesi, troviamo uno stuolo di 209mila donne. Non sono poche, anzi. Lo scenario è un po' meno 'aperto' quando osserviamo gli amministratori di società di capitali; le donne si riducono a 27mila. Non sono assolutamente poche, però ci raccontano una cosa precisa: le donne in Puglia hanno fatto progressi nell'accesso al capitale sociale delle aziende e in generale fanno impresa, ma c'è ancora un divario di genere nei livelli manageriali, che va sanato. Le donne possono fornire un significativo contributo alla crescita del Pil europeo se venissero fornite loro pari opportunità rispetto ai colleghi uomini: una crescita potenziale stimata dall'Istituto europeo per l'uguaglianza (Eige) fino a 3,15 trilioni di euro entro il 2050".

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