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Chiusura Bridgestone, i lavoratori: "Siamo arrabbiati e sfiduciati"

Davanti ai cancelli gli operai sono ancora allibiti, serpeggia sfiducia verso i sindacalisti e gli impegni dei politici, mentre nello stabilimento si continua a lavorare

Sono ancora sorpresi gli operai che oggi si sono riuniti in piccoli gruppi davanti alla Bridgestone di Modugno, la confusione è ancora tanta e metabolizzare la notizia che entro un anno lo stabilimento sarà chiuso non è facile. Riuniti in piccoli gruppi, si parla, si cerca di intuire quali saranno le mosse da fare e che futuro ci potrà essere per i 950 lavoratori che perderanno il lavoro nel 2014.

La cosa che spaventa è infatti come la notizia sia arrivata direttamente da un comunicato stampa dell'azienda: non ci sono state avvisaglie, nessuna voce interna e gli stessi dirigenti sembra abbiano scoperto anche loro il tutto all'improvviso. Ad accrescere questo malessere è la alienante normalità del lavoro di oggi. “Dopo un giorno di riposo - dicono gli operai -  oggi si lavora come sempre, si stanno facendo i turni addirittura qualcuno è stato chiamato a fare gli straordinari, sembra che tutto vada avanti come se non dovesse succedere niente”. Qualcosa invece succederà e già oggi pomeriggio è previsto il primo incontro dei sindacati con l'azienda presso Confindustria Bari, ma la sfiducia tra i lavoratori rimane forte. “I sindacalisti ci hanno detto siate fiduciosi, ma fiduciosi di che? Questa non è la classica mossa delle aziende per ottenere soldi dallo Stato, qui ci chiudono punto e basta. Anche perché lo stato oggi come oggi non ha neanche i soldi per sé, figuriamoci per noi”.

È in questo clima che c'è chi avanza proposte più estreme (“blocchiamo l'accesso alle macchine, facciamo perdere le commesse all'azienda, tanto a noi cosa cambia”) e chi invece spinge perché si lavori fino all'ultimo giorno (“dobbiamo lavorare come sempre, in modo che capiscano che la chiusura dell'azienda non dipende da noi”). Ma lavorare sapendo che di lì a poco si perderà il posto di lavoro non è facile, anche perché, ci spiegano gli operai, è molto difficile che qualcuno possa rilevare l'azienda “i macchinari sono brevettati, se li verranno a riprendere”. A tutto questo si aggiunge la voce che siano già stati avviate le procedure per la demolizione dei macchinari.

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