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Economia

Vertenza Natuzzi, Usb: "Reintegrare in produzione lavoratori trasferiti a Ginosa"

Nella giornata di giovedì una delegazione è stato ricevuta al Ministero dello Sviluppo economico ed ha esposto la posizione del sindacato, che da tempo chiede una revisione degli accordi con il reintegro dei lavoratori dichiarati in esubero

Dopo la protesta e il sit-in dei giorni scorsi a Santeramo, nella giornata di giovedì una delegazione dell'Usb è stata ricevuta al Ministero dello Sviluppo economico a Roma per esporre la posizione del sindacato in merito alla vertenza Natuzzi. Da tempo il sindacato si batte per chiedere un 'dietrofront' dell'azienda che porti al reintegro dei 365 lavoratori dichiarati in esubero. Una richiesta ribadita anche ieri durante l'audizione al Mise.

"Natuzzi - afferma l'Usb riassumendo le richieste esposte in una nota - reintegri in produzione tutti i dipendenti trasferiti presso il sito di Ginosa e ponga fine a questo uso distorto e intollerabile di applicare lo strumento del Contratto di Solidarietà. Se poi vuole offrire incentivi economici per favorire l’esodo è libera di farlo, ma questo deve avvenire dando pari opportunità a tutti i suoi dipendenti e non rivolgendosi soltanto a chi ha indicato come esuberi e posto sotto la spada di Damocle, per cui o si accetta l’uscita incentivata oppure si rischia il licenziamento, senza neanche il misero contributo economico dell’azienda". "Le istituzioni preposte - si legge ancora nel comunicato - ritornino a perseguire la loro ragion d’essere, ovvero, l’interesse generale. Quest’ultimo vorrebbe che non possano assolutamente essere stanziati ingenti finanziamenti pubblici a chi si impegna soltanto a fare oggi ciò che avrebbe dovuto fare già anni addietro, dopo aver scaricato i costi delle politiche industriali adottate sulle spalle dei contribuenti, ricorrendo alla Cig dal lontano 2004 e che non prevede di ampliare la forza lavoro in loco ma di ridimensionarla. Pertanto, le Istituzioni devono, perlomeno, pretendere che la Natuzzi Spa si impegni a non licenziare nel prossimo futuro, pena il blocco o la restituzione dei 37,2 milioni di euro stanziati in suo favore". "L’atteggiamento accomodante da parte delle Istituzioni verso la ricollocazione esterna dei dipendenti indesiderati dalla Natuzzi - afferma l'Usb - non è soltanto sbagliato in quanto appiattito sui diktat aziendali e ostile verso i lavoratori che, viceversa, rivendicano a ragion veduta il loro posto di lavoro alla Natuzzi Spa, ma è anche irrispettoso nei confronti dei disoccupati di lunga data. Quindi, chiediamo alle Istituzioni di assumere una posizione di semplice buon senso, ossia, se nuove società dovessero effettivamente insediarsi nel territorio, ad avere la priorità delle assunzioni devono essere i disoccupati, a partire da quelli che non percepiscono nessun indennizzo di sostegno al reddito e che vivono in una situazione a dir poco disperata. Mentre, i cassintegrati della Natuzzi un datore di lavoro già ce l’hanno ed è suo dovere reintegrarli in produzione i tempi rapidi".
 

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