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Martedì, 30 Aprile 2024
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Giornate Fai di Primavera: apertura eccezionale di palazzi, castelli, chiese e luoghi poco noti di Bari e provincia

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, con l’apertura eccezionale di luoghi ancora poco conosciuti

Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti. Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.

Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi.

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la riduzione di 10 euro su tutte le quote; ad esempio, l’iscrizione individuale sarà a 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Inoltre, fino al 2 aprile 2023 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

Ecco alcune delle aperture più interessanti della Delegazione FAI di Bari:

DELEGAZIONE FAI BARI

n. 9 luoghi inaccessibili o poco noti:

BARI (BA) PALAZZO STARITA: IL PALAZZO RITROVATO  -  ALTAMURA (BA) MASSERIA REDENTA  -  BITONTO (BA) PALAZZO VULPANO-SYLOS MANIFESTO DI UNA FAMIGLIA NOBILIARE  -  CONVERSANO (BA) CASTELLO MARCHIONE  -  GRAVINA IN PUGLIA (BA) CHIESA RUPESTRE DENOMINATA "SESTA" e  COMPLESSO IPOGEO EX MONASTERO SANTA SOFIA - MOLA DI BARI (BA) CHIESA E CONVENTO DI SANTA CHIARA   -  MOLFETTA (BA) VILLA "I CARRUBI"  - MONOPOLI (BA) MASSERIA LOSCIALE

BARI (BA)

PALAZZO STARITA: IL PALAZZO RITROVATO

Piazza del Ferrarese, 23

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI BARI

Palazzo Starita è uno dei più importanti palazzi di Bari, dai primi decenni del Settecento domina lo spazio tra le due piazze principali del centro storico piazza Mercantile e piazza del Ferrarese che, secondo la storiografia locale, devono il loro nome ai primi abitanti del palazzo. Fu edificato nell'area retrostante l'antico Sedile della Città, un'area a ridosso della muraglia sull'antico porto, adiacente a luoghi pubblici quali l'antico deposito delle polveri e la guarnigione.

Il drammatico evento dell'esplosione della polveriera nel 1601, ampiamente riportato dalla storiografia locale, fu l'occasione per ridefinire l'assetto edilizio di questa parte marginale della città. Nel 1602, infatti, fu restaurato il Palazzo del Sedile, costruito intorno al 1543 da Nicolantonio Bonafede di Acquaviva per le adunanze civili e giudiziarie e sulla sua sommità nel 1604 fu realizzato il piccolo campanile in stile normanno, tuttora presente con il suo Orologio arrivato dalla Germania. I lavori continuarono con l'apertura nel 1612 della porta di mare e infine nel 1625 con la demolizione della Chiesa di Santa Maria della Misericordia.

Nel secolo successivo gli interessi mercantili e i traffici del porto attirarono a Bari molti mercanti veneti e due di loro, provenienti da Ferrara, Girolamo Barrucchelli e Stefano Fabbri, ben integrati nel tessuto sociale barese, fecero progettare e realizzare l'imponente palazzo come loro residenza. Il Fabbri comprò, nel 1722, dal Comune di Bari lo spazio sovrastante il palazzo del Sedile per adattarlo al nuovo palazzo. Nel Settecento a Bari si determinarono le condizioni per un'importante ristrutturazione delle costruzioni esistenti. Il risultato di questo intervento di ristrutturazione non sfuggì ai viaggiatori e ai paesaggisti dell'epoca, tra questi il Desprez, presente a Bari intorno al 1780 che immortalò il palazzo nello sky line di Bari.

Il palazzo, conosciuto anche come ‘palazzo della meridiana’, è un elemento rappresentativo dello scenario urbano, sorge e si conforma su più antiche preesistenze, offrendo il suo prospetto principale verso uno spiazzo ancora informe, perimetrato dalla muraglia, dal bastione del vento, dalla nuova porta della marina (1612) e dall'ultimo isolato residenziale verso levante del vecchio centro antico, mentre su Piazza Mercantile si affaccia l'iconico loggiato del Palazzo del Sedile.

Nei primi anni del Novecento Nicola Balenzano l’allora Ministro dei Lavori Pubblici del Regno d'Italia e il noto avvocato Saverio Starita acquistarono il Palazzo per i figli Olga e Michele novelli sposi.

Nel 2016 la Fondazione Puglia ha acquistato il palazzo dalla famiglia Starita per trasformarlo in uno spazio di “arte e attività culturale”.

Per le Giornate di Primavera, in collaborazione con la Fondazione Puglia, con l’Impresa Sociale Puglia, Cultura e Territorio e COBAR SpA apriremo eccezionalmente il cantiere di Palazzo Starita, fino a qualche anno fa inaccessibile perchè privato. Il palazzo spicca nello skyline della nostra città e la sua facciata principale, decorata da una meridiana, attira da lontano lo sguardo dei passanti. È una grande emozione varcare la soglia del grande portone su Piazza del Ferrarese ed accedere nel grande androne decorato a stucchi; da questo si percorre lo scalone dalla ringhiera elaborata che porta ai due piani superiori. Le sale dei due piani si sviluppano e si aprono sulla facciata meridionale in una teoria di vani alcuni con una strepitosa vista del mare altri sulla città vecchia. Attraverseremo i saloni del primo piano e ne ammireremo i decori prima di salire al secondo piano per la ‘chicca' della visita, l'uscita per la prima volta sul loggiato del Palazzo del Sedile, con le sue arcate dalla vista spettacolare su Piazza Mercantile e sulle chiese della città vecchia e vedremo gli scavi con le antiche cisterne.

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Luogo chiuso al pubblico perché in corso di restauro

Gruppi da 15 persone

10:00 - 13:30 / 16:00 - 20:00 (ultimo ingresso 19:30)Note: Orari visite: 10:00 - 13:30 (ultimo ingresso 13:00) / 16:00 - 20:00 (ultimo ingresso 19:30). Gruppi da 15 persone. 

10:00 - 20:00 (ultimo ingresso 19:30)Note: Orari visite: 10:00 - 20:00 (ultimo ingresso 19:30). Gruppi da 15 persone. 

Visite a cura di: Liceo Scientifico “A. Scacchi”; Liceo Statale “G. Bianchi Dottula”; Istituto Gorjux Tridente Vivante; Liceo Classico Statale Quinto Orazio Flacco; Istituto Tecnico Economico “Vito Vittorio Lenoci”

ALTAMURA (BA)

MASSERIA REDENTA

S.s. 96, km 86, 70022 Altamura BA

https://goo.gl/maps/aogQ2Hkqpqj4YxQP6

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI ALTAMURA

Masseria Redenta si trova a pochi chilometri dal centro abitato di Altamura sulla via per Bari. È una azienda agricola multifunzionale, esclusivamente a conduzione familiare, di proprietà della famiglia Stasolla dai primi anni del ‘900; le sue attività spaziano dall' allevamento delle api e produzione di miele e prodotti dell'alveare, all'allevamento dei lombrichi per la produzione di Humus e alla coltivazione di piante aromatiche.

Masseria Redenta faceva parte di un rilevante complesso aziendale creato sull'Alta Murgia da Michele Stasolla (1896 –1984)- Medaglia d'oro al merito Rurale – che negli anni '30 si profuse in un'opera profonda di recupero del territorio con la messa a coltura delle zone suscettibili di coltivazione (i "canali" della Murgia), la valorizzazione degli erbosi, la piantumazione di olivi, piante da frutto e boschi di conifere, la costruzione di muretti a secco, utilizzando la pietra locale.

Masseria Redenta è realizzata tutta in pietra con una particolare caratteristica: non pietra lavorata e squadrata ma pietra naturale così come veniva estratta dal duro lavoro dei nostri avi e poi utilizzata nella costruzione di strutture aziendali e di muretti a secco (allora nulla si distruggeva ma tutto si recuperava e si riutilizzava).

Il visitatore che giunge a questa graziosa masseria sarà colpito dall'intenso profumo dei fiori e dall'incantevole vista del paesaggio murgiano, dal calore della casa di campagna. A pochi km da Altamura, a 2 km dalla Grotta dell'Uomo di Altamura, a 5 km dal Pulo. Quando si giunge, corpo e mente trovano un appagamento insperato e si immergono in un'atmosfera inaspettata ove tutto è in armonia con la natura.

** Accesso disabili

09:30 - 19:00 (ultimo ingresso 18:30) 

09:30 - 19:00 (ultimo ingresso 18:30) 

Visite a cura di:apprendisti Ciceroni ITES Genco - Altamura

BITONTO (BA)

PALAZZO VULPANO-SYLOS MANIFESTO DI UNA FAMIGLIA NOBILIARE

Via Antonio Planelli

Il tavolo di accoglienza è ubicato in piazza Cavour presso ilTorrione quattrocentesco, comunemente denominato torrione angioino. I gruppi di visitatori  (20 persone, in ordine di arrivo) saranno accompagnati dai volontari fino al Palazzo. 

È vivamente consigliata la prenotazione on line sul sito giornatefai.it

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DEL NORD BARESE - VOLONTARI DI GIOVINAZZO

Palazzo Vulpano Sylos, residenza nobiliare del XV secolo, edificata nella parte più antica di Bitonto, si sviluppa da una preesistente casa torre medioevale occupando un intero isolato su un importante asse che conduce a Porta della Mascia, o La Maya.

Nel 1445 il palazzo risulta già in costruzione (documento relativo al notaio Angelo de Vulpano) inglobando, in un impianto rinascimentale, latorre costruita intorno al 1156, quando Goffredo Vulpano giunse per sfuggire alle devastazioni di Guglielmo il Malo. Un'epigrafe riporta la data 1500 citando i due fratelli Leutius e IohannesPascalis, quali fondatori del palazzo. Al 1502 risale un'altra epigrafe che reca sia lo stemma della famiglia Vulpano sia quello della famiglia Sylos, di origine spagnola.

L'impianto rinascimentale a curtis è dominato dal fondale scenografico della loggia. L'ampia facciata presenta quattro finestre quadrate al pianterreno e cinque al piano superiore, trasformate poi in balconi. Sul portale d'ingresso, di ispirazione catalana, vi è la statua che rappresenta San Michele Arcangelo. All'interno, sul cortile quadrato, si affaccia la loggia decorata che allude alla dicotomia tra il buono e il cattivo governo tesa a esaltare le virtù civiche e morali della famiglia.

A seguito dei lavori di consolidamento e restauro, a cura degli attuali proprietari, osserveremo lo stile, l'architettura stratificata nel tempo, l'apparato scultoreo e decorativo di notevole pregio e raffinatezza, i saggi archeologici, gli affreschi di recente rinvenimento,le cisterne per la raccolta di olio e cereali e la cappella dedicata a San Michele Arcangelo.

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

10:00 - 19:00 (ultimo ingresso 19:00) 

10:00 - 19:00 (ultimo ingresso 19:00) 

CONVERSANO (BA)

CASTELLO  MARCHIONE

Aperture a cura di: VOLONTARI CONVERSANO

Il castello di Marchione, fatto costruire dagli Acquaviva d'Aragona, conti di Conversano, si trova in agro di Conversano su una altura che è collegata visivamente con Conversano, da cui dista circa 7 km sulla provinciale per Putignano.

Il castello ha preso il nome dallo sterminato bosco che lo circondava, detto macchione, ancora alla metà dell'Ottocento presente nella zona e del quale sopravvivono alcuni monumentali esemplari di varietà di querce. Il castello era, infatti, al centro dell'antica tenuta di caccia dei Conti, che si estendeva per 1.552 "tomoli". Dell'edificio, nato come castello, si ha notizia dalla fine del Cinquecento. A metà Seicento fu ampliato sul modello delle ville veneziane.

L'edificio è formato da quattro torri angolari, collegate tra di loro da stanze. Nei lavori eseguiti a metà del '600 fu sovrapposta una struttura che richiamava i palazzi veneziani, formata da un salone centrale con due logge opposte aperte sulla campagna circostante e con stanze laterali. Il soffitto del salone centrale è decorato con un grande stemma di Casa Acquaviva d'Aragona, inquartato con quello dei Filomarino e dei Capua, rispettive consorti di Giangirolamo II e di Cosma, suo primogenito

L'interno del castello, normalmente non aperto al pubblico, conserva testimonianze della storia della famiglia Acquaviva d'Aragona e Filomarino, come il ritratto falsamente ritenuto di Giangirolamo II, ma in realtà del padre, Giulio I, e quello di Isabella Filomarino. Sono custoditi numerosi altri ritratti dei duchi d'Atri e dei conti di Conversano, dei cardinali di Casa Acquaviva d'Aragona, ritratti del re di Spagna Filippo V, con cui erano imparentati, e di sua moglie Elisabetta Farnese. Sono anche presenti immagini della camera con alcova del castello di Conversano, decorata con stucchi ed affreschi dal pittore Paolo Finoglio, in occasione del matrimonio, nel 1621, tra Giangirolamo II ed Isabella Filomarino. Sarà inoltre possibile visitare il grande parco che circonda il maniero, ricco di querce secolari e macchia mediterranea, vestigie dell'antico bosco, tenuta di caccia dei Conti di Conversano. Il maniero è rimasto sino al 2003 nella proprietà della famiglia degli Acquaviva.

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Luogo privato solo in parte utilizzato per eventi pubblici

**** Luogo con criticità.  scale

10:00 - 13:00 / 15:00 - 18:30 (ultimo ingresso 18:00) 

09:00 - 13:00 / 15:30 - 19:30 (ultimo ingresso 19:00) 

Visite a cura di: apprendisti Ciceroni dei licei Simone-Morea e San Benedetto di Conversano

***** Visite in lingua

GRAVINA IN PUGLIA (BA)

CHIESA RUPESTRE DENOMINATA "SESTA"

Via Fontana la Stella

Ponte acquedotto

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI BARI

La Chiesa Rupestre denominata "Chiesa VI" è ubicata a ridosso del Ponte Acquedotto e precisamente sul versante destro del burrone, in un ambiente suggestivo nei pressi del sito archeologico " Padre Eterno".

Luogo da poco scoperto, tutt'ora oggetto di studi.  Realizzata probabilmente tra l'VIII e il IX secolo.

La Chiesa Rupestre denominata "Chiesa VI" si presenta a pianta rettangolare senza partizioni. E' articolata da due absidi, quella sinistra, più profonda, reca all'interno del proprio emiciclo tracce del perimetro di un altare a blocco ormai demolito. I catini, a loro volta, sono divisi da un tramezzo lirico sul quale si trova, rozzamente incisa e sommariamente accennata, una figura aureolata sovrastata da segni paralleli in due gruppi distinti che paiono alludere alle forme di due mani.

L'apertura nelle Giornate Fai prevede la visita guidata della Chiesa rupestre VI,  di recente scoperta.  Inoltre, i visitatori potranno ammirare il noto Ponte Acquedotto e l'habitat rupestre circostante.

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Tutela da atti vandalici

09:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00 (ultimo ingresso 16:30) 

09:00 - 13:00 / 15:00 - 17:00 (ultimo ingresso 16:30) 

Visite a cura di: Apprendisti Ciceroni Liceo Statale "G.Tarantino", I.T. "V. Bachelet"

***** Visite in lingua Inglese

COMPLESSO IPOGEO EX MONASTERO SANTA SOFIA

Via Donato Cristiani, 34

Da Piazza Notar Domenico seguire via Museo.

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI BARI

Il complesso ipogeo rinvenuto nell'ex Monastero di Santa Sofia è ubicato nel cosiddetto antico rione dei greci non molto distante dal centro della città.

Durante i lavori di restauro dell'ex Monastero del primo stralcio effettuati tra il 2006–2009, fu rinvenuto un complesso ipogeo. Fino ad all'allora sconosciuto, articolato in una serie di ambienti tutti scavati nella roccia che per i loro caratteri tipologici e morfologici sembrano essere legati a contesti funerari tardo-antichi.  Durante i lavori di recupero avvenuti nel 2015–2017, del complesso conventuale, sono emerse altre volumetrie interrate.

Il complesso ipogeo si compone di quattordici ambienti tutti ricavati nella roccia, a una profondità variabile tra i cinque e i dieci metri  dal piano stradale soprastante. Gli ambienti presentano sulle superfici delle pareti segni di una attenta escavazione, consistenti in piccole nicchie, anelli litici e alloggiamenti per lucerne. Internamente le grotte si compongono di una successione sulle pareti laterali di grandi nicchioni, al di sotto dei quali sono state ricavate fosse per sepoltura.

L'apertura nelle Giornate FAI prevede la visita guidata agli ipogei dell'ex monastero di santa Sofia.  Inoltre, i visitatori potranno ammirare   i monumenti che si affacciano  sulla piazza Notar Domenico, percorso obbligato per raggiungere il monastero.

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Tutela da atti vandalici.

09:00 - 13:00 / 15:00 - 19:00 

09:00 - 13:00 / 15:00 - 19:00 (ultimo ingresso 18:30) 

Visite a cura di: Apprendisti Ciceroni Liceo Statale "G. Tarantino", I.T. "V. Bachelet"

***** Visite in lingua Inglese

MOLA DI BARI (BA)

CHIESA E CONVENTO DI SANTA CHIARA

Via Cesare Battisti

il sito si trova a 100m dalla Piazza XX settembre.

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DEL SUD-EST BARESE

L'edificio sacro, dedicato a Santa Chiara, e l'annesso convento di clausura sono collocati sulla antica strada che collega la piazza principale con il monastero di San Domenico, un antico capodieci di epoca angioina. Tutto il territorio intorno al convento era coltivato a ulivi e carrubi.
durante la prima guerra mondiale è stato adibito a carcere per 13 cappellani militari austriaci, mentre durante il secondo conflitto mondiale è stata una base operativa delle forza anglo-americane.

Edificato nel XVIII secolo su progetto dell'architetto Ruffo, è stato un punto di riferimento per la storia sacra del paese.

Durante la prima guerra mondiale è stato adibito a carcere per 13 cappellani militari austriaci, mentre durante il secondo conflitto mondiale è stata una base operativa delle forze  anglo-americane.

In stile neoclassico, il grande edificio si presenta con un prospetto che stride con le strutture interne che sono frutto di manomissioni anche abbastanza recenti. Al piano superiore della chiesa si conserva un antico organo dotato di mantice,ma oramai in stato di abbandono.

Il bene non è visitabile ma è aperto poiché è sede dell'Accademia delle Belle Arti di Bari.
Un luogo da visitare poichè racchiude secoli di storia  e devozione.

10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00 (ultimo ingresso 18:30) 

10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00 (ultimo ingresso 18:30) 

Visite a cura di: Volontari FAI, Apprendisti Ciceroni IISS "da Vinci Majorana" di Mola di Bari

MOLFETTA (BA)

VILLA "I CARRUBI"

Via Borsellino

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DEL NORD BARESE - VOLONTARI DI MOLFETTA

Situata nella immediata periferia della città, Villa i Carrubi è davvero  facile da raggiungere.
Posizionata sul lato destro della strada provinciale che da Molfetta conduce a Terlizzi, poco prima dello svincolo di accesso alla SS 16 bis, rimane uno dei pochi baluardi  a testimoniare la presenza di case padronali nell'agro cittadino (via Paolo Borsellino  n.1)

Le prime notizie riguardanti il fondo su cui insiste villa I Carrubi risalgono al 1825, anche se il terreno risulta intestato ad Anna Saveria Fontana, moglie di Buonaventura Attanasio solo dal 1872. I coniugi Attanasio ottennero nel 1880  una concessione per la costruzione di una chiesetta adiacente il loro villino. La tradizione vuole che nella villa fu cucita da Caterina Attanasio la bandiera donata dal Comune al comandante del piro-scafo  costruito nel 1902 a cui fu dato il nome " Molfetta".

L'edificio ha una organizzazione planimetrica fortemente simmetrica. Il corpo di fabbrica centrale presenta un loggiato di ingresso e unisce due edifici preesistenti. Anche il giardino interno ha un impianto fortemente simmetrico:  viali  dividono lo spazio in quattro aiuole principali. La cappella dedicata a Sant'Anna è a pianta rettangolare e a navata unica. L'abside di pianta semicircolare  è sormontata  da una volta a botte decorata con stucchi tra i quali primeggia la sirena bicaudata.

L'apertura nelle Giornate FAI prevede un percorso finalizzato a scoprire la storia, l'atmosfera e i dettagli di Villa I Carrubi. Vi racconteremo la bellezza naturalistica della villa: un'oasi di serenità ricca di fiori, piante e di un giardino segreto. Ascolteremo la storia di  Raimondino  e della bella Melusina e scopriremo le origini della sirena bicaudata, simbolo di fertilità di tradizione molto antica, diventato durante il medioevo un  ammonimento ai peccati della carne,  per essere poi riscoperta durante il periodo neoclassico quale elemento decorativo.

** Accesso disabili

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

00:00 - 00:00 / 14:30 - 18:30Note: Turni di visita ogni 40 minuti per un numero massimo di 15/20 persone per turno 

09:30 - 18:30 (ultimo ingresso 18:00)Note: Turni di visita ogni 40 minuti per un numero massimo di 15/20 persone per turno 

Visite a cura di: Volontari  Molfetta
                  Apprendisti Ciceroni Licei Einstein-Da Vinci - Molfetta

MONOPOLI (BA)

MASSERIA LOSCIALE

Contrada Losciale 78

Da SS 16 adriatica uscita Capitolo direzione Monopoli SP 212, poi prendere a destra SP 163 per contrada Losciale e contrada Coccaro. A circa 1 Km subito dopo il cartello Contrada Losciale si trova a destra la masseria.

Aperture a cura di: VOLONTARI DI MONOPOLI

La masseria Losciale è interamente racchiusa entro una cinta muraria alla cui cortina esterna si addossano ulteriori muri che recingono gli agrumeti, gli orti, e l'ovile. Si trova nella omonima contrada da cui prende il nome a 10 km da Monopoli su un'altura dove inizialmente fu costruita una torre di avvistamento. Agli inizi del XVI sec comprendeva 106 tomoli, oggi è di proprietà delle sorelle Beatrice e Valentina Meo Evoli.

La masseria è un esempio della diffusione dell'edificio turriforme caratterizzante il paesaggio monopolitano fra ‘500 e ‘700. Risale ai primi del ‘600 fu acquistata dai Martinelli di origini salernitane che si imparentarono con la nobiltà monopolitana grazie alla ricchezza, scaturita dal commercio di seta, olio, vino, sposandosi con gli Indelli, i Manfredi, i baroni Ghezzi, tra il 1790 ed il 1802. Le enormi proprietà divennero dei Meo Evoli dopo i matrimoni con le sorelle Martinelli. Nella seconda metà del '700, alla facciata della torre viene addossato un nuovo ingresso all'abitazione padronale, costituito da uno scalone monumentale e da una loggia ariosa in corrispondenza del primo piano.

Masseria a corte chiusa, protetta da un alto muro di cinta che delimita insieme agli edifici un'aia di forma rettangolare allungata, su cui prospettano tutti gli edifici, nel quale si aprono due portali in asse tra loro con camminamento di ronda di chiare fattezze tardo cinquecentesche, unica traccia delle fortificazioni che originariamente caratterizzavano il complesso. Esternamente alla cinta, corrono lungo il muro dei canali in pietra per il convogliamento delle acque verso una cisterna. Il nucleo originale della casa padronale è individuabile in un edificio turriforme a tre piani; su una delle caditoie è presente un'iscrizione recante la data del 1663. Una chiesetta con campanile a vela e iscrizione, al cui fianco si trova un forno con la sovrastante colombaia, ricordano un privilegio concesso da Ferdinando IV re di Borbone. All'ingresso del frantoio ipogeo campeggia una lunetta raffigurante la Vergine con Bambino raffigurante la Madonna della Madia a cui è associata una iscrizione incisa con le lettere "HRTS", la cui decifrazione è controversa. Si suppone che la struttura abbia recuperato un precedente luogo di culto basiliano. L'affresco può essere databile fra XV e XVI sec.

La masseria è chiusa al pubblico perché di proprietà privata. Non sarà possibile visitare gli appartamenti ma si potrà entrare nel frantoio ipogeo, nella chiesetta e passeggiare nell'agrumeto.

** Accesso disabili

*** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

10:00 - 13:00 / 15:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)Note: Turni di visita ogni 15 minuti. 

09:00 - 13:00 / 15:00 - 18:30 (ultimo ingresso 18:00)Note: Turni di visita ogni 15 minuti. 

Visite a cura di: Apprendisti Ciceroni Istituti Tecnici Vito Sante Longo di Monopoli, Polo liceale “Galilei - Curie” di Monopoli

***** Visite in lingua Inglese

I luoghi aperti a Bari e provincia QUI

(fondoambiente.it)

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