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Bari, la promessa di Di Cesare: "Daremo il 120% per raggiungere il nostro sogno"

Il capitano biancorosso ha parlato in conferenza stampa in vista della partita contro la Reggina di sabato, l'ultima della stagione regolare al San Nicola. Temi caldi i play-off, il possibile ritiro e il futuro da direttore sportivo

Valerio Di Cesare è il leader indiscusso del Bari che si giocherà le residue chance per andare in Serie A attraverso i play-off. Compirà 40 anni il prossimo 23 maggio, ma in barba alla carta d'identità il capitano biancorosso è pronto a dare tutto per portare i suoi in massima serie, come ha ribadito nella conferenza stampa di questo pomeriggio. "Siamo pronti, abbiamo fatto una stagione straordinaria, siamo arrivati a un passo dalla promozione diretta contro una corazzata contro il Genoa, a cui faccio i complimenti perché vincere non è mai facile. Ora pensiamo a queste due partite e a prepararci ai playoff che saranno un torneo a parte che non centrerà nulla con quello che abbiamo fatto finora".

Per il centrale romano che in questa stagione ha superato le 200 presenze in biancorosso, diventando anche il difensore più prolifico della storia del club, è una stagione da incorniciare: "Per carità sono record che fanno piacere ma la cosa più importante è "quella roba" che non voglio neanche dire. Ci penso ogni giorno, per me sarebbe la chiusura di un cerchio. La vivo in modo diverso perché ho un'età diversa dal resto dei compagni, un'occasione del genere per me non si ripresenta, loro avranno tante altre opportunità. Non vedo l'ora di arrivare a quel momento".

Negli occhi di tanti tifosi c'è ancora l'immagine di quel pallone al 93' contro il Modena, che fosse entrato avrebbe consentito ai biancorossi di essere ancora in ballo per la promozione diretta: "Quel tiro l'ho rivisto altre volte, purtroppo mi è partita centrale. Avessimo vinto quella partita eravamo ancora in ballo per la promozione diretta ma è andata così".

A fine stagione, nonostante un rinnovo in essere fino al 2024, Di Cesare potrebbe anche decidere di smettere: "Non so cosa farò il prossimo anno, sono talmente concentrato sull'obiettivo che non ci sto pensando. Non so se è un bene o un male, so che se dovessi smettere mi arriverà una botta incredibile. Ora però non ci penso, sono totalmente preso. Poi parleremo col direttore a fine stagione".

Di Cesare ormai è un autentico "partigiano" della causa del Bari: "Non so quanti anni sono che sto qua (ride ndr). Non ho mai fatto proclami, in questo mi reputo un po' diverso dagli altri. A me piace dimostrare coi fatti, non scrivendo. Sono stato criticato tante volte ma ci ho messo sempre la faccia. A volte sono andato contro, anche in casi in cui potevo farmi i cavoli miei, ma ho sempre detto la mia per il bene del Bari. Questo per me vuol dire tanto".

Al capitano sono stati chiesti i limiti e il potenziale di questa piazza: "Ho sempre detto, per me c'è troppa negatività quando non serve. Anche adesso che stiamo facendo qualcosa di straordinario. Mi piacerebbe vedere tutti uniti. È vero abbiamo pareggiato con Cittadella e Modena, potevamo fare di più, però voglio ricordare che abbiamo vinto su campi pesanti come Pisa, Cagliari, Bolzano, per dirne alcuni. Non siamo partiti per vincere il campionato, ma per salvarci con tranquillità e stupire. Invece ci siamo giocati la A diretta con il Genoa, che l'anno scorso giocava contro il Milan, mentre noi affrontavamo la Vibonese. Le potenzialità? Non sono io che devo dirle, basta vedere 50mila allo stadio: come questa piazza ce ne sono poche anche in A. Il potenziale è incredibile, i tifosi devono stare tranquilli, non so se ce la faremo o no ma la proprietà ha dimostrato quanto vale e c'è da stare sereni. Ho solo una certezza, il nostro gruppo darà il 120% per raggiungere il nostro sogno, per noi, per le nostre famiglie e una città intera, non posso assicurare che ce la faremo ma che daremo il massimo sì".

Il 39enne romano ha mostrato anche in questa stagione carisma e mentalità, doti che sarebbe il massimo riuscire a trasmettere anche ai compagni: "Questa squadra è formata da giocatori esperti. So che i play-off sono a parte, sono diversi, conteranno tante dinamiche oltre alla condizione fisica, serve anche un po' di c**o, perché puoi massacrare un avversario per un'intera partita ma poi magari prendi gol e vai a casa. La mentalità ce l'hanno tutti i ragazzi se abbiamo fatto un campionato così, e vorrei dire che ci sono anche tanti ragazzi alla prima esperienza in B".

Sul futuro da direttore sportivo: "Con Mirco abbiamo fatto qualcosa di unico: abbiamo giocato col Venezia e siamo partiti per Coverciano, alle 7, alle 8 abbiamo fatto l'esame. Avevamo l'ansia, farlo con Mirco è stato speciale, perché per me oltre a essere un grande giocatore è un fratello. Il lavoro che mi sono scelto è uno dei più difficili, dipenderà da tante cose. Quando smetto voglio imparare, perché è un lavoro che mi piace e sento mio, non so se sarò in grado di farlo o meno. Qual è stato il miglior colpo di Polito? Direi che Elia (Caprile ndr) è stato un colpo incredibile, per me è un portiere destinato a palcoscenici importanti".

Ora va blindato il terzo posto che ai play-off è quello che dà i maggiori vantaggi: "Non facciamo calcoli, sabato giochiamo contro la Reggina, e vogliamo i 3 punti. Arrivare terzi ti permette di salire con quattro pareggi ma negli ultimi anni solo una squadra arrivata terza ha vinto i playoff, lo Spezia, quindi non conta poi così tanto". 

Su quali avversari, invece, preferirebbe affrontare nella post-season: "Non ne ho uno in particolare, chiunque ci capita sarà un avversario duro: squadre come Parma e Cagliari, hanno giocatori di Serie A, il Südtirol è una mina vagante. E mi sembrava strano che il Venezia mancasse all'appello, essendo una delle più forti. Non mi sento di dirne una, sono tutte temibili. Una vale l'altra".

La Reggina è un avversario difficile da leggere: "Come squadra mi ha stupito in positivo nella prima parte, poteva giocarsela per la Serie A, nella seconda parte hanno fatto fatica ma ha giocatori importanti, è una squadra forte, dobbiamo stare attenti e concentrati. Vogliamo il terzo posto, vogliamo chiudere bene al San Nicola in campionato. Sarà anche bello salutare la gente, è vero che ci sono i playoff, ma è giusto accomiatarsi e ricevere applausi per il campionato che abbiamo fatto".

Infine, sulla carica che l'infortunio della scorsa stagione gli ha dato in quest'annata: "In qualcosa mi ha cambiato ma penso che siano tutte le difficoltà, come ad esempio l'annata di tre anni fa, che ti fanno crescere. L'infortunio non me lo aspettavo assolutamente, fu una botta, ma con le prestazioni di quest'anno c'entra poco. Quando il direttore mi ha proposto il rinnovo c'era voglia di mettermi in gioco, dimostrare che potevo stare ancora in questo campionato. La testa fa tutto nel calcio, le motivazioni. Io come altri compagni grandi facciamo parte di un'altra era". 

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