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Bari-Sampdoria, c'è Polito al posto di Iachini: "Momento delicato. Dobbiamo stare più uniti che mai"

Alla vigilia della gara con i blucerchiati anziché il tecnico ha parlato il direttore sportivo dei biancorossi

Il Bari sabato pomeriggio alle 16:15 è atteso da una delicatissima partita contro la Sampdoria al San Nicola. I biancorossi sono ormai l'ultima squadra prima della zona play-out e hanno assolutamente bisogno di vincere per prendere una boccata d'ossigeno.

Proprio perché il momento è delicato, al posto del tecnico Giuseppe Iachini, in conferenza stampa si è presentato Ciro Polito che ha spiegato così la sua presenza: "Domani abbiamo una partita particolare - ha detto il direttore sportivo -. Non ci possiamo nascondere, è un momento delicato. Tutti insieme dobbiamo ritrovare le forze, compattarci bene. La classifica non è felicissima. Un pizzico di paura serve ad alzare l'attenzione, ma non serve la negatività. In momenti così bisogna dare un messaggio alla città che ha sempre dato supporto alla squadra. Mi sento come un genitore che cerca di stare ancora più attento a un figlio in difficoltà. Io mi sento molto legato alla città. Questo Bari non è nato fortunato, oggi è in difficoltà, ma non possiamo abbandonarlo. Il barese che vive per questa maglia anche se è felice deve aumentare le forze per salvaguardare il patrimonio della città. La classifica dice che può succedere di tutto. Alla fine sarà tempo di processi. Siamo qui a prenderci le responsabilità. Tifare per una squadra che vince sempre è facile, due anni sono stati ricchi di vittorie. Io non dormo la notte per cercare di trovare soluzioni al mio operato. Cantare e tifare tutti insieme fino alla fine".

La partita con i blucerchiati rappresenta un bivio: "Siamo nel mezzo, dobbiamo pensare anche a chi ci sta dietro. Solo facendo così si alza l'attenzione. Se perdiamo c'è pericolo, dobbiamo sentirlo tutti".

La squadra finora non è riuscita a far breccia nel cuore dei tifosi: "Il tifo non è mai venuto meno. Quando si vince arrivano gli applausi, quando i risultati non arrivano ci sono i fischi. La squadra deve fare di più, perché la classifica e i risultati sono quelli che sono. L'impegno non manca nonostante le ultime tre trasferte con altrettante sconfitte. Domani serve una partita come quelle viste a Catanzaro o a Venezia".

Il Bari non ha trovato la sua identità neanche cambiando tre allenatori: "Le squadre si formano prima di tutto all'interno. Questo per me era un Bari forte, oggi la classifica dice che non lo è. Ma non credo manchino i giocatori. A gennaio abbiamo preso Puscas, una punta tra le più quotate per la categoria. Finora non ha reso come ci aspettavamo ma è un signor giocatore e lo prenderei altre 100 volte. Ci sono altre partite. I risultati non sono quelli che ci aspettavamo ma la squadra ha sempre un valore importante, solo che la classifica non ci aiuta. A volte bastano un paio di partite per invertire il trend, lo dimostra proprio la Sampdoria. In B fino al sesto posto è un campionato, poi ci sono una decina di squadre per cui tutto è possibile, a parte per le ultime tre. Se arriveremo alla fine e ci saremo salvati senza andare ai play-off partiranno i processi. Ci sono società che spendono tanti, forse troppi, soldi per la categoria. Noi siamo lì nel mezzo, dobbiamo essere bravi a costruire. Sono arrivato tre anni fa, quest'anno i risultati sono sotto le aspettative ma la società ha un patrimonio, giocatori di proprietà, un futuro più roseo".

Al ds è stato chiesto se la squadra abbia eventualmente le caratteristiche per sostenere la lotta retrocessione: "A prescindere che le abbia o meno, bisogna avere il sangue agli occhi anche se non siamo partiti per quell'obiettivo. Serve qualcosa in più. Vedo la squadra lavorare insieme tutti i giorni. Sono organizzati, il mister è un martello. L'anno scorso abbiamo vinto tante partite nel finale, questa volta neanche una. Un pizzico di paura deve farci aumentare la grinta. Dobbiamo dimostrare di voler recuperare terreno. Nel calcio in due-tre settimane si possono cambiare tanti pensieri. Tra poco potremo rivedere Diaw. Ménez è rientrato ma ha male al ginocchio. Maiello dopo il crociato ha bisogno di tempo per essere al 100%. Non sono alibi ma dati di fatto".
".

Il gruppo di quest'anno sembra molto diverso da quello della passata stagione: "Quando si vince è più semplice. Ripartire dopo la sconfitta è più complicato. Anche in Spagna è successo al Levante. Ripartire è dura. Abbiamo giocatori forti ma i risultati non aiutano. La squadra è fatta di lavoratori, ragazzi per bene, non ci sono gruppetti".

Al ds è stato chiesto se si sia mai sentito in discussione: "Tutti i giorni sono in discussione. Sono quello che ha fatto le scelte tecniche, ho avuto carta bianca. In tre anni penso di aver fatto più cose positive che negative. Io posso andar via, e chi arriverà troverà una società sana, con giocatori di proprietà, quando sono arrivato c'era ben poco. La forza di un dirigente è creare sostenibilità. Piano triennale? Ci sono giocatori sotto contratto che sono punti fermi della squadra, poi ogni anno si puntella. Da lì si ricostruirà con Iachini".

Il messaggio di Polito al tifo: "Alla città devo dire poco. Bisogna fare i fatti, prima ero un idolo, oggi non lo sono più, dipende dai risultati. Siamo in mezzo alla classifica. Mi sento di dire che ci sono sempre stato. Sono una persona ambiziosa, ma sono un dirigente, devo fare con ciò che ho a disposizione. Bisogna provare a ottenere il massimo, a volte si riesce, a volte no"

Sulla mancanza d'identità della squadra: "Siamo partiti con un allenatore che veniva da due anni di grandi risultati, poi abbiamo deciso di cambiare per tanti fattori che non sto qui a elencare. Poi è arrivato Marino, ha dato un'idea di gioco per invertire il trend. Sul 4-3-3 a sprazzi ci ha fatto vedere qualcosa, poi è calato d'intensità. Siamo andati così su Iachini, un top per la categoria, che poteva fare diversi moduli. Il suo credo calcistico mi interessa poco, è lui a scegliere".

Con il ds sono stati analizzati i limiti del gruppo di quest'anno: "Nel calcio contano i risultati. Le vittorie sistemano tante cose. Se la squadra ogni volta che doveva fare un salto avanti ha mancato questo costituisce un limite. Le chiacchiere stanno a zero. Sto chiedendo di stringerci insieme per guardarci indietro. Alla fine tireremo le somme".

Interrogato su eventuali rimpianti legati a giocatori lasciati andare o a chi è rimasto fuori come Aramu: "Io non ho mai cacciato nessuno. Sono scelte tecniche. Frattali ha avuto un'opportunità, ha accettato per sua scelta. Mirco aveva dato l'ok per rimanere a Bari, poi ha avuto un'occasione per essere ancora protagonista. Non ci sono preclusioni di nessun tipo, noi facciamo il bene del Bari. Non ho rimorsi. Sibilli? Meno male che l'abbiamo preso. Per me è una soddisfazione anche Matino. Ma bisogna sempre migliorare".

Il Bari ha segnato meno gol dello scorso anno, e un dato che salta all'occhio e che buona parte di questi sono stati realizzati dagli attaccanti, con uno scarso contributo da parte degli altri reparti: "Se hai un attaccante da 20 gol non vai da nessuna parte, se i gol sono divisi tra i vari ruoli, i punti li fai. Quello che manca a questa squadra è un dato di fatto sono i calci da fermo, che risolvono le partite in percentuale altissima. Il Venezia pronti via ci ha fatto due gol. I dettagli fanno la differenza, non riusciamo a portarli dalla nostra parte".

Il direttore ha parlato anche del suo rapporto con la città, che a detta di molti sembra essersi incrinato: "Vivo la città come fosse la mia. Capisco che i tifosi se la possano prendere anche con me. Penso che sia come i litigi in famiglia, c'è affetto reciproco, sono pronto a qualsiasi sfida".

Il Bari di quest'anno entra poco in area: "Quest'anno tiriamo di più da fuori, Sibilli ci prova spesso. In area siamo meno presenti e l'allenatore sta lavorando su questo. Il mister non ha avuto tanto tempo, speriamo che la prossima partita sia quella buona".

In stagione il Bari ha preso tanti gol all'inizio: "Anche questo è un dato. Serve un atteggiamento diverso quando si entra in campo. Se siamo ultimi per partite recuperate dev'esserci un motivo. Abbiamo preso anche più gol tra il 75' e il 90'. Non siamo sfortunati, qualcosa manca se la classifica è quella. Bisogna correre in fretta per invertire il trend. So che la gente non è felice, ma c'è bisogno di sostegno, come ho già detto poi alla fine si vedrà. La fortuna può aiutarti una volta, bisogna essere bravi a volgere a favore gli episodi. A fine anno hai ciò che meriti".

Sul credo tattico di Iachini: "Il mister vuole un calcio aggressivo. Non si può fare un calcio solo di transizione. serve una squadra corta per consentire di stare più vicini alla porta. Bisogna rischiare per ottenere qualcosa".

Infine, su quanto creda alla possibilità di raddrizzare la stagione: "Che io ci creda non è in discussione. Ho voglia di trovare soluzioni ogni giorno. La mia forza è anche più grande, mi sento in debito. Non mollo una virgola".

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