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Tetiana dall'Ucraina a Bari per fuggire dagli orrori della guerra:"Il mio ragazzo combatte, so che è vivo per sms"

Psicologa, lavora per una piattaforma web che mette in connessione offerte e domande di lavoro, è arrivata dopo quattro giorni di viaggio e si è subito adoperata per fornire i viveri alla sua gente: "I russi non sanno esattamente cosa sta accadendo"

Dopo quattro giorni di viaggio da Zhitomyr dove si era rifugiata abbandonando Kiev allo scoppio della guerra è arrivata a Bari domenica 6 marzo. Il tempo di rifocillarsi, mangiare e fare una doccia, e Tetiana si è fiondata subito a scaricare e caricare pacchi dai centri di raccolta. La troviamo in via Nicolai mentre aiuta a riempire di medicinali, cibo e indumenti i furgoni in partenza per l’Ucraina. A 25 anni, laurea in psicologia nella capitale del suo Paese, ma con esperienze di studio, a scuola media e all’Università, anche Bari dove la madre lavora da oltre dieci anni, si è lasciata alle spalle l’orrore della guerra e non solo.

“A Kiev è rimasto il mio ragazzo, Igor, è un militare dell’esercito. Non ci vediamo dallo scoppio del conflitto. Ci mandiamo solo ogni tanto dei messaggi. Utilizziamo termini ucraini difficilmente decifrabili per i russi. Lui mi scrive sto bene, sono vivo, e poco più. Bisogna evitare di farsi localizzare. So che è vivo, perché mi ha scritto ieri”.

Cosa ha visto nelle città che ha attraversato?

“Ho sentito esplosioni, spari e sirene. Ma per fortuna ho lasciato Kiev subito, per andare a Zhitomyr. Lì è stato bombardato l’aeroporto, ma la situazione non era così grave come nei sobborghi di Kiev, come è oggi a Irpin, dove si combatte e da dove sono passata quando ho lasciato la capitale. Sono ruscita a evitare il peggio”.

Quali altri cari sono ancora lì?

“Mio padre, Victor, che è però in un’altra città, amici e cugini”.

Avrà lasciato anche il suo lavoro.

“Non esattamente. Lavoro per una piattaforma web internazionale che mette in contatto persone in ricerca di occupazione. Si chiama Jooble ed è presente in più di 60 Paesi al Mondo, anche in Italia. Abbiamo dovuto fermare il nostro sito web russo, ma il mio compito ora è assieme agli altri quello di diffondere la verità, notizie reali su ciò che accade, sull’aggressione e l’invasione russa, sui bombardamenti e i civili, bambini soprattutto, che muoiono. Utilizzeremo anche il nostro sito web per arrivare in qualche modo a informare il popolo russo che non sa davvero cosa sta accadendo, sono isolati e credono alla propaganda del regime di Putin”.

Vorrà tornare presto a Kiev?

“Sì, certo, ma lo farò quando sarà possibile, ora il mio compito è dare un contributo da qui”.

Ha amici o parenti in Russia?

“Ho un fratello, abbiamo lo stesso padre. E delle zie”.

Cosa vi dite?

“Ci chiedono come stiamo, ci dicono subito non litighiamo e speriamo che finisca presto. Loro non sanno cosa accade, sono convinti che l’esercito russo sia in Ucraina per combattere contro dei neonazisti. In Russia hanno arrestato più di diecimila persone che manifestavano contro la guerra, hanno chiuso radio, siti web, giornali e Tv indipendenti. Per questo sull'home page del sito web di Jooble abbiamo attivato una sezione per informarsi sulla guerra e poter donare aiuti alla popolazione ”.

Al di là di ciò che racconta la propaganda del Cremlino, è accertato che in alcune milizie ucraine ci sia la presenza di battaglioni come Azov che si ispirano al nazismo.

“Questo non lo so esattamente, anche dall’altra parte probabilmente ce ne sono. La cosa grave è che muore la gente comune, a cominciare dai bambini e gli anziani, che subiscono più di tutti l’orrore della guerra”.

Molti suoi connazionali in questi giorni raccontano di voler vincere la guerra contro Putin e la Russia: è anche il suo desiderio?

“La pace. Desidero solo la pace. Non mi interessa vincere contro i russi, o chi vince, mi interessa che non muoia più nessuno e che non si distrugga il mio Paese. Voglio che la gente si salvi, in questi giorni bloccata nelle città, senza la possibilità di fuggire. Ma la Russia deve lasciare libero il popolo ucraino di scegliere cosa fare e dove andare. Da noi c’è il desiderio di entrare in Europa e prima o poi accadrà, la storia cambierà”.

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