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Domenica, 28 Aprile 2024
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Alberobello celebra la frazione Coreggia: "Separati da tre chilometri, ma con una sua identità, anche linguistica"

In vista 130esimo anniversario dall'annessione, saranno realizzate una serie di iniziative, raccontate in anteprima dall'assessore Sgobba: "Qui è stato piantato il primo ulivo"

Alberobello e Coreggia, un comune e la sua frazione separati da poco meno di tre chilometri di boschi. E nonostante la poca distanza, mantiene una sua identità culturale e tradizionale definita, anche in campo linguistico. Tanto che parole come 'fotografia', 'mandorle' o 'benzina' hanno sonorità differenti nell'accezione dialettale. Un tesoro che la 'città dei Trulli' ha voluto valorizzare, in occasione del 130esimo anniversario dell'annessione di Coreggia al territorio di competenza comunale, con una serie di iniziative a tema.

Ad inaugurarle è un logo, che sarà identificativo dell'evento, per il quale è stato lanciato un concorso di idee con un premio in denaro per il vincitore. "Logo che vorremmo far diventare anche un murales, realizzato su una delle pareti della scuola di Coreggia" racconta l'assessore Saverio Sgobba, su cui ricade la delega della frazione, a BariToday. Attualmente sono al lavoro quattro commissioni istituite ad hoc per completare il percorso di 'Coreggia 2025', con iniziative che proseguiranno fino al 13 gennaio del prossimo anno, data che segna i 130 anni da quell'annessione avvenuta sotto il sindaco Angelo Turi. "Un'annessione che in realtà ha richiesto molti anni - prosegue l'assessore - visto che il dialogo per il passaggio dalla competenza di Monopoli a quella di Alberobello partì nel 1862". Un'annessione che gli allora residenti chiesero con forza, tanto che documenti dell'epoca riportano una petizione basata su quattro motivi: la minore distanza ("raggiungere Monopoli richiedeva un percorso di cinque chilometri, che nel 1800 erano tanti"), il dialetto maggiormente affine a quello di Alberobello, le relazioni parentali e il fatto che molti residenti di Coreggia lavorassero lì. 

"Parliamo di un sito di grande importanza naturalistica e architettonica - aggiunge Sgobba - basti pensare che a Coreggia è presente il Ponte della Cecca, definito il più alto nei 600 chilometri di acquedotto in Puglia ed attualmente destinatario di un intervento di riqualificazione con fondi regionali". Dalle ricerche effettuate stanno emergendo anche elementi storici e di folklore sconosciuti ai più: è proprioa  Coreggia, ad esempio, che era stato piantato il primo ulivo, non ad Alberobello come era stato tramandato dai racconti della tradizione. A certificarlo, un documento dell'epoca firmato dal cavaliere Angelo Turi, nel quale veniva sottolineata la differenza di paesaggio tra Alberobello e la sua frazione, dovuto proprio alla presenza dell'albero. Tutte curiosità, come fanno sapere dall'amministrazione, che al termine del percorso di 'Coreggia 2025' saranno inserite in un libro dedicato proprio a questa esperienza.

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