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In corsia per donare un sorriso, a Bari l'impegno dei volontari dal naso rosso: "La clownterapia una cura per tutti"

Il 28 maggio, a parco 2 Giugno, Vip Bari celebra la 'Giornata del naso rosso': un'occasione per far conoscere le attività dell'associazione e sensibilizzare i cittadini. A colloquio con la vicepresidente, Teresa Fonsdituri: "Incontriamo la sofferenza, ma vedere la felicità di chi ci aspetta è il dono più grande"

I camici con le maniche a righe colorate, i grandi occhiali di plastica, un fiocco o un cappello buffo sulla testa, tra le mani una marionetta, una bacchetta magica, o qualche altro accessorio pronto a trasformarsi in uno 'strumento' del sorriso. E poi l'immancabile naso rosso. Ogni settimana, ormai da anni, i clown di corsia dell'associazione Vip - Viviamo in positivo di Bari, fanno visita ai piccoli pazienti dell'ospedale Giovanni XXIII e dell'Oncologia pediatrica del Policlinico. Di stanza in stanza, regalano un momento di svago ai bimbi ricoverati, e ai loro familiari.

La 'Giornata del naso rosso' a Bari

Per far conoscere le attività dell'associazione, e presentarsi a chi potrebbe voler diventare un volontario, domenica prossima, 28 maggio, a parco 2 Giugno, Vip Bari celebrerà la 'Giornata del naso rosso'. Un appuntamento annuale, organizzato a livello locale dalle diverse associazioni che fanno parte della federazione Vip Italia (sono circa 70 su tutto il territorio nazionale, due in Puglia, a Bari e Lecce). Tante le attività in programma, dalle 9.30 alle 17, tra piccoli spettacoli, giochi, truccabimbi e momenti informativi. "E' un'occasione per far conoscere quello che facciamo in corsia, per sensibilizzare i cittadini al volontariato e in particolare alla clownterapia", spiega a Baritoday Teresa Fonsdituri, vicepresidente dell'associazione. "Al momento a Bari siamo circa una settantina di volontari, ma abbiamo tantissime richieste da tante strutture, per questo ci piacerebbe essere sempre di più".

L'impegno di Vip Bari e la formazione dei volontari 

L'impegno di Vip Bari non si ferma alle corsie dei reparti che ospitano piccoli pazienti. Attualmente, infatti, i volontari svolgono attività anche in una residenza sanitaria per anziani a Bitonto e in una struttura per ragazzi autistici a Mola di Bari. "La nostra associazione - dice Teresa - nasce vent'anni fa per svolgere servizio nell'ospedaletto e all'Oncologico del Policlinico, ma la clownterapia abbraccia un po' tutti, per questo se ne abbiamo la possibilità di garantire la nostra presenza accogliamo anche proposte diverse. Ad esempio abbiamo lavorato in carcere, nelle sale d'attesa per le visite ai detenuti, o in alcune strutture a Bari che si occupano di persone in difficoltà".

Ambienti e contesti diversi, in cui comunque ciò che conta per i clown volontari è riuscire a creare, anche se solo per qualche ora, "un mondo fatto di fantasia e di immaginazione, affinché - racconta Teresa - chi incontriamo possa staccarsi per un po' dalla realtà magari pesante, difficile che sta vivendo, e seguirci nel mondo del gioco". "Quando siamo in ospedale - prosegue - l'obiettivo è far svagare i pazienti, ma spesso la nostra presenza serve anche per i genitori, per i nonni che sono accanto ai bambini. Cerchiamo di creare un momento di gioco tutti insieme, affinché quei dieci minuti nella stanza possano rappresentare per loro un motivo di sollievo e di felicità".

Anche se creare quel momento di spensieratezza può in certi momenti sembrare un'impresa difficile, quasi impossibile, quando ci si ritrova ad esempio davanti alla sofferenza di un bambino. Per questo è importante, per i volontari dal naso rosso, essere adeguatamente preparati e formati. "Innanzitutto - spiega la vicepresidente di Vip Bari - vengono fatti dei colloqui conoscitivi, in cui si valuta se le persone possono essere portate per questo tipo di impegno, perché magari ci sono anche persone troppo sensibili, che potrebbero risentirne. Successivamente, se c'è attitudine e disponibilità di tempo, si comincia una formazione. Si parte con un corso intensivo di tre giorni, con un formatore nazionale di Vip Italia, ma tutti noi, costantemente, due volte al mese abbiamo dei trainer dell'associazione che ci fanno formazione, così da essere preparati quando si va in corsia, per essere più pronti e schermati per quello che ci si potrebbe trovare ad affrontare".

La storia di Teresa: "Così la mia vita è diventata completa"

Una volta entrato a far parte dell'associazione, ogni volontario sceglie il suo nome, che gli viene assegnato in maniera esclusiva e diventa la sua identità nel momento in cui indossa il suo naso rosso. Così, ad esempio, nove anni fa Teresa ha deciso di diventare 'Fettalatte'. "Dicevo sempre che avrei voluto fare volontariato - racconta - ma a lungo sono rimaste solo parole. Dopo i 25 anni, ho cominciato a sentire che mi mancava qualcosa. La mia vita andava bene, stavo raggiungendo tutti gli obiettivi che mi ero posta, la laurea, l'abilitazione come consulente del lavoro, il contratto a tempo indeterminato, ma sentivo sempre che mancava qualcosa, che non stavo facendo tutto quello che avrei voluto. E così ho preso la decisione di fare del volontariato". E' arrivata così la scelta di entrare nell'associazione Vip Bari, di dedicarsi alla clownterapia. Le sue prime esperienze come volontaria Teresa non le ha mai dimenticate, per le emozioni provate, e per l'impatto con quella realtà forte, "diversa da quello che forse si è abituati a immaginare" incontrata entrando in ospedale. "Ricordo ancora - racconta - il primo turno in Oncologia, quando entrai nel primo corridoio e vidi nella stanza un bambino di neppure un anno, un bambino che nel mio immaginario era troppo piccolo per essere in ospedale, la cosa mi raggelò. Per fortuna c'erano gli altri clown con me, così riuscii a sbloccarmi subito e a rientrare nel nostro mood". Ma tanti sono anche i ricordi di momenti belli: "Un'altra volta, sempre in Oncologia, c'era un ragazzo, adolescente, con la sua mamma. Non stava per niente bene, erano in un momento difficilissimo, ma avevano così tanta voglia di giocare, di estraniarsi dalla realtà, che ci trattennero in stanza per più di un'ora, e in quell'ora fu veramente una festa, in cui noi e loro ridevamo fino alle lacrime". "Oggi - dice Teresa ricordando la sua scelta di dedicarsi al volontariato - so che questo era quello che mi mancava. Quando vai in corsia, dedichi alcune ore del tuo tempo, ma torni a casa con il doppio di quello che hai donato, perché vedere dei bambini, in quelle situazioni importanti, che invece ti aspettano e hanno voglia di stare con te, hanno voglia di giocare e sorridere nonostante tutto, è veramente impagabile. Torni a casa con il ricordo dei sorrisi, delle parole dette, dei giochi che hai fatto e dei ringraziamenti che hai ricevuto. E' qualcosa che vale tanto, più di tutto il resto". 

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