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Domenica, 28 Aprile 2024
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Imbottigliati sulla SS 100 nella corsa per la nascita di Elisa: mamma incinta aiutata a scavalcare il guardrail dagli automobilisti

L'incredibile avventura del giornalista Vincenzo Damiani e della moglie Fabiana bloccati in auto per un incidente prima dell'arrivo in ospedale a Bari: "Siamo stati aiutati da 5 perone che ringrazio ancora"

In una sequenza a perdifiato di un film o tra le parole del racconto di amici ritrovatisi per strada, la corsa contro il tempo del collega del Quotidiano del Sud, Vincenzo Damiani, della moglie Fabiana e del padre di lui potrebbe avrebbe dell’inverosimile. Una corsa consumata tra la Statale 100 e una delle sue complanari in direzione Bari con meta l’ospedale Mater Dei, dove alle 16 di martedì 16 novembre è nata, e sta bene come la mamma, la piccola Elisa. Non sarà difficile immaginare la meraviglia della bimba quando cresciuta i genitori e i nonni le ricorderanno il giorno in cui è nata. Dopo le 13 Fabiana al nono mese compiuto di gravidanza avverte delle perdite e da Casamassima parte col marito in direzione del capoluogo, quando all’altezza di Adelfia accade l’imponderabile. Le auto davanti sono incolonnate e ferme. Qualche chilometro più avanti c’è un incidente grave, con feriti, ambulanze e forze di polizia a presidiare. Davanti e dietro la propria auto i Tir che affollano la strada più trafficata di Puglia. Sul lato destro l’assenza della corsia di emergenza e un guardrail alto due metri.

“Chiamare i soccorsi – racconta sui social Vincenzo - avrebbe portato via troppo tempo, erano tutti impegnati nei soccorsi ai feriti. Unica via di fuga la complanare, chiamo mio padre, provo a spiegargli cosa fosse successo nonostante il panico assoluto e gli dico di imboccare la complanare per raggiungerci e prendere Fabiana. E così va. Resta un altro problema: il guardrail è molto alto e doppio, per di più c'è un piccolo fossato. Per una donna incinta non proprio agevole scavalcarlo”. L’arrivo sulla complanare del papà del collega Vincenzo è determinante ma in quel momento non risolutivo, per gli ostacoli che rischiano di lasciarli intrappolati.

“A quel punto – racconta lui stesso - scatta volontariamente una gara di solidarietà: dalle auto scendono 5-6 persone e insieme mi aiutano a prendere in braccio mia moglie e a portarla dall'altra parte, sulla complanare, dove nel frattempo arriva mio padre. Mia moglie parte, un uomo sui 50 anni di cui, purtroppo, non conosco nemmeno il nome mi abbraccia, mi stringe come un fratello più grande e si commuove con me. Non so come si chiamano le persone che mi hanno aiutato a far sì che Elisa potesse nascere in ospedale, al sicuro, ma grazie infinite per aver reso ancora più straordinaria questa giornata indimenticabile”. Un’avventura che Elisa porterà con sé come un racconto prezioso per sorridere alla vita e un monito perché si adeguino lunghi tratti di una delle arterie principali della regione e si obblighi i mezzi più pesanti a percorrere la parallela e più sicura autostrada A14.

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