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Bari al sesto posto in Italia per reati ambientali: i dati del rapporto Ecomafia di Legambiente

La Puglia occupa il terzo posto complessivo nazionale con 3.042 reati accertati (il 9,9% sul totale nazionale), 984 sequestri effettuati, 2.714 persone denunciate e 62 arrestate lo scorso anno

La Puglia si colloca tra le prime regioni in termini di reati ambientali commessi in Italia nel 2021, secondo il rapporto Ecomafia 2022 realizzato da Legambiente con il sostegno di Novamont, occupando il terzo posto con 3.042 reati accertati (il 9,9% sul totale nazionale), 984 sequestri effettuati, 2.714 persone denunciate e 62 arrestate. I principali dati del rapporto, che sarà illustrati meglio domani in Conferenza stampa, sono stati anticipati dalla stessa Legambiente.

Nella classifica azionale le province di Bari e Foggia sono rispettivamente al sesto e nono posto con 789 e 651 reati accertati. Il resto delle province pugliesi contano per Lecce 501 reati (13° posto nazionale), Taranto 406 (18° posto nazionale), Barletta, Andria e Trani 109 e Brindisi 62. Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 1.033 reati (il 10,9% sul totale nazionale), 1.070 persone denunciate, nessun arresto e 320 sequestri effettuati.  A livello nazionale, Foggia, Lecce, Bari, e Taranto sono rispettivamente al nono, decimo, tredicesimo e diciannovesimo posto con 175, 167, 144 e 92 infrazioni accertate. Per le altre province sono contati 26 reati per Brindisi e 24 per Barletta-Andria-Trani.

Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti la Puglia scende al quarto posto, rispetto al terzo del precedente dossier, con 755 infrazioni accertate (l’8,9% sul totale nazionale), 901 persone denunciate, 61 arrestate e 362 sequestri effettuati; a livello nazionale, Bari, Foggia, Lecce e Taranto sono rispettivamente al terzo, sesto, diciottesimo e diciannovesimo posto con 251, 182, 99 e 94 infrazioni accertate. Per quanto riguarda le province di Barletta-Andria-Trani e Brindisi si contano rispettivamente 17 e 5 reati accertati.  Inoltre, legato a questo reato, nella classifica che inquadra gli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti la Puglia si colloca settima con 95 roghi negli impianti (il 6,8% sul totale nazionale).

Per i reati contro la fauna e il racket degli animali (bracconaggio, il commercio di fauna protetta, tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, nuove norme contro il maltrattamento degli animali, ecc), la Puglia si conferma al secondo posto con 588 infrazioni accertate (il 9,5% sul totale nazionale) 525 persone denunciate, nessun arresto e 255 sequestri effettuati. Nella classifica nazionale 2021 dell’illegalità contro la fauna, a livello nazionale, Bari è la prima tra le province pugliesi, la settima a livello nazionale, per reati con 156 infrazioni accertate. Lecce è dodicesima a livello nazionale con 125 reati accertati, Foggia quindicesima con 110 reati commessi e Taranto, sedicesima con 105 reati. Fuori dalla top 20 la BAT con 67 reati e Brindisi con 25 reati.

“Il quadro che emerge dalla lettura del nostro Rapporto Ecomafia 2022 continua a essere preoccupante. – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – È fondamentale non abbassare la guardia nei confronti degli eco criminali, ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del PNRR, molti altri ne verranno aggiudicati nel prossimo futuro, e presto si apriranno i tanti cantieri dell’agognata transizione ecologica. In tutto ciò il sistema di prevenzione e repressione dei reati descritti in questo Rapporto non è stato rafforzato come si sarebbe dovuto fare. Per questo oggi abbiamo presentato le nostre dieci proposte di modifica normativa, convinti che quel percorso di civiltà, iniziato a suo tempo con la legge sugli eco reati proseguito quest’anno con l’introduzione della tutela dell’ambiente tra i principi della nostra Costituzione e con l’inserimento dei delitti contro il patrimonio culturale, possa proseguire anche in questa legislatura. Noi verificheremo sulla base dei fatti se a quel voto favorevole, sostanzialmente all’unanimità a favore dell’ambiente in Costituzione, seguirà un percorso coerente nella XIX legislatura per una seria ed efficace lotta ai cosiddetti “ladri di futuro”.

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