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Covid, infermieri lanciano l'allarme al Miulli: "Siamo pochi e senza Oss non riusciamo a servire i pasti e a pulire i pazienti"

Nicola Zizzi, segretario territoriale di Bari del sindacato Nursind sostiene che gli infermieri sono insufficienti ad affrontare la terza ondata della pandemia: "Tutti i 120 posti letto sono occupati, facciamo turni massacranti"

“I posti letto Covid, 120 suddivisi nei tre reparti, sono tutti pieni: è stato necessario dimettere persone positive, anche se in fase di guarigione, per far far loro la quarantena a casa e liberare letti, ma noi infermieri siamo pochi e gli operatori socio sanitari non ci sono”. Nicola Zizzi è segretario territoriale di Bari del sindacato Nursind. Rappresenta la categoria degli infermieri e in un lungo documento denuncia la situazione definita “drammatica” dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. In piena terza ondata della pandemia gli infermieri sarebbero pochi  e costretti addirittura a coprire mansioni da operatori socio sanitari, come quelle di pulizia e igiene intima dei pazienti ricoverati.

“La gente non riesce a mangiare il piatto caldo – racconta Zizzi – e il mangiare torna indietro perché non ce la facciamo a servire in tempo tutti, perché ci sono operazioni piuttosto lunghe e in assenza di Operatori socio sanitari addetti diventa più difficile. Nel frattempo in questi giorni c’è un continuo arrivo di pazienti, dopo che la Regione ha chiesto maggiore disponibilità, ma manca il personale”. Zizzi descrive una situazione difficile e condizioni di lavoro pesanti.

Personale infermieristico insufficiente

“Sarebbero necessari – spiega - sei infermieri nel turno più complesso, quello della mattina, ma n’è stato tolto uno stato tolto uno. Così lavoriamo con un infermiere in meno soprattutto la mattina e nella completa assenza di Oss, tranne uno in sub intensiva. Situazione migliore invece per la rianimazione, che conta comunque otto posti pieni e la presenza degli Oss”. Di qui la lunga denuncia attraverso un comunicato stampa di ciò starebbe avvenendo all’interno dell’ospedale ecclesiastico del Sudbarese.

La denuncia degli infermieri

“Denunciamo una riduzione dell’organico infermieristico – si legge - e registriamo dei turni di servizio nei reparti Covid con la riduzione di unità infermieristiche, proprio in un momento di maggiore afflusso di contagiati. Oltre ai numerosi ricoveri facciamo notare per l’ennesima volta, la completa assenza del personale Oss, che in questo momento potrebbe essere fondamentale sia per le intensità delle cure, sia per l’elevato numero di ricoveri. Oltre ai decessi che purtroppo si verificano, gli infermieri in turno non riescono a poter svolgere in sicurezza e completezza, la terapia”.

Infermieri costretti a far fronte all’igiene intima dei pazienti

“Si fa notare inoltre che l’igiene intima dei pazienti, è affidata in maniera non opportuna agli infermieri e che gli stessi non riescono nemmeno ad effettuare la distribuzione dei pasti giornalieri, a causa dell’enorme mole di lavoro da svolgere e pertanto capita che i pazienti rimangono digiuni o mangiano cibo freddo perché nessuno riesce ad imboccarli. Il sindacato si fa portavoce anche degli infermieri neo-contrattualizzati che stanno facendo dei turni massacranti nei reparti covid, in condizioni al limite della sopportazione e che non hanno la forza dl denunciare tali disservizi per paura di una ripicca contrattuale che si ritorce contro”.

La richiesta rivolta all’ospedale e alle istituzioni regionali

“Invitiamo l’amministrazione a volar raccogliere le doglianze di coloro che stanno rinchiusi in un reparto covid per otto ore con addosso le tute Tyvek, che stanno lavorando in condizioni lavorative altamente stressanti e di voler prendere la decisione di ridurre al 50 per cento le attuali attività dell’ospedale e di sospendere tutte le attività non necessarie, al fine di poter incrementare l’organico in suddetti reparti. Vi ricordiamo, qualora ve ne fosse bisogno, che tale sospensione è stata già effettuata l’anno scorso nei mesi di marzo, aprile e maggio e il nostro ente ha raggiunto il tetto di spesa concordato con la Regione Puglia nel mese di ottobre nonostante tutte le difficoltà”.

La posizione dell’Ordine degli infermieri

“I cittadini pugliesi – dichiara Saverio Andreula, segretario dell’Ordine degli Infermieri di Bari - non meritano di ricevere in questo modo le prestazioni assistenziali, per questo come categoria ci scusiamo ma allo stesso tempo diciamo che non è colpa degli infermieri che lavorano al limite delle proprie possibilità, correndo anche altissimo rischio per la propria salute. Ci vuole tanta considerazione per il lavoro che stanno facendo in pochi”.

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