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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La criminalità barese si adatta a nuovi linguaggi e abitudini: "Servono strumenti diversi per comprenderla e combatterla"

Un concetto rimarcato durante la presentazione di uno Short Master promosso dall'Università di Bari sul 'Mafie, corruzione, legalità e Sviluppo Economico'. Il procuratore Rossi: "Bisogna capire cosa accade, quali modelli vengono proposti in una società complessa"

Una criminalità camaleontica, capace di cambiare linguaggi e abitudini, adattandosi all'evoluzione dei mezzi di comunicazione come nel caso dei social network, sempre più utilizzati anche dalle giovani leve per ostentare il proprio stile di vita. Comprendere il fenomeno significa poter avere qualche strumento per contenerlo e contrastarlo: è l'obiettivo del primo short master promosso dall'Università di Bari su 'Mafie, corruzione, legalità e Sviluppo Economico' organizzato dal dipartimento di Scienze Politiche dell'ateneo barese.

L'iniziativa, presentata questa mattina nella sede principale dell'Università, si articolerà su 10 incontri (da ottobre a gennaio nella parrocchia del Sacro Cuore a Bari) ai quali prenderanno parte, esponenti istituzionali, delle forze dell'ordine, della Magistratura, della società civile e dell'antimafia sociale, affiancati da docenti universitari ed esperti di sociologia, economia e diritto per studiare le varie ramificazioni delle mafie e il loro rapporto, in costante cambiamento, con il contesto in cui operano.

"E' un lavoro culturale - ha spiegato il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi - per studiare i fenomeni. Il rischio, solitamente, è quello del silenzio sul fenomeno delle mafie oppure il contrario, ovvero che se ne parla troppo, con la possibile conseguenza che diventi un specie di rito salottiero. Cambiano i modelli e questa iniziativa mette insieme diversi mondi, dalla Procura all'Università fino all'Avvocatura e all'antimafia sociale. Capire, ad esempio, cosa accade sui social è una cosa su cui riflettere. Bisogna comprendere quali siano i modelli proposti in una società complessa".

Per il procuratore della Dda di Bari, Francesco Giannella, c'è una "consapevolezza che siamo molto indietro rispetto alle Mafie e alla corruzione e al modo di intendere la loro interconnessione rispetto a un incrocio di professionalità. Abbiamo avuto la presunzione che le Mafie potessero essere combattute in maniera 'isolata'. Dobbiamo invece rincorrere e recuperare il terreno perduto attraverso una operazione di coinvolgimento attivo" perché "si tratta di un fenomeno complesso. Serve una rete e bisogna crearla mettendo insieme capacità e conoscenze". Un concetto rimarcato dal rettore di Uniba, Stefano Bronzini: "E' necessario attrezzarsi. L'idea di legalità è quella di un rapporto tra cittadino e istituzioni. Con questa iniziativa offriamo punti di vista molto diversi" per raccontare "la complessità" attuale. Un contributo dato anche dall'Avvocatura barese, come ha spiegato la presidente dell'Ordine, Serena Triggiani: "Importante è riproporre queste competenze, con persone che possano rappresentare la legalità e la tutela dei diritti".

E ad entrare nello specifico cittadino è don Angelo Cassano, referente regionale dell'associazione antimafia Libera: "E' fondamentale che non ci sia il silenzio ma lo studio del momento che stiamo vivendo perchè ci sono diversi segnali nuovi. Ad esempio, capire come mai le mafie sono passate dalla segretezza all'uso dei social e analizzare quella capacità dei loro figli che hanno di stare dentro tutto ciò. In un certo senso, è un modo per affrontare la questione senza una certa retorica che ha stancato. Il fenomeno va studiato sotto tanti aspetti, come ad esempio quello del turismo" e del rapporto con "gli abitanti di Bari Vecchia che stanno andando via perchè la situazione è peggiorata".

Per questa ragione, sottolinea ulteriormente anche il segretario Cgil Puglia, Pino Gesmundo, bisogna "provare a scendere nel territorio per fornire un luogo con cui fare alleanze sul tema della dignità. Nella congiuntura attuale registriamo un disagio sociale delle famiglie, dei pensionati e di gran parte del mondo imprenditoriale. Dobbiamo provare a fare rete anche attraverso queste iniziative". Lo short master sarà aperto a una trentina di persone, non solo con una laurea triennale, ma anche con diploma e competenze specifiche: "Siamo un sassolino piccolo in un problema più grande - ha affermato il direttore del Dipartimento di Scienze Politiche di Uniba, il professor Giuseppe Moro - ma ci piacerebbe che possa diventare un filone della nostra Università".

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