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Attualità Gravina in Puglia

Deposito dei rifiuti radioattivi nell'Alta Murgia, Regione, Comuni e comitati compatti contro l'ipotesi: "Ecco le ragioni del nostro no"

Dopo le iniziative già intraprese nei mesi scorsi, la contrarietà formalizzata nel corso di una seduta di consiglio intercomunale con l'assessora regionale all'Ambiente Maraschio, in cui sono state raccolte tutte le osservazioni formulate anche da comitati e associazioni locali

Un 'no' forte e compatto, contro l'ipotesi che l'Alta Murgia possa venire scelta come sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari. Dopo le iniziative già intraprese nei mesi scorsi, la Regione e i Comuni Gravina, Altamura e Laterza, con il sostegno del Parco nazionale dell’alta Murgia e di movimenti del territorio, hanno ribadito ieri la propria ferma contrarietà all’ipotesi che la Puglia possa divenire sede del deposito unico nazionale di scorie radioattive a bassa e media intensità (l'area è infatti tra quelle individuate dalla Sogin nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee). "Un diniego formulato in maniera chiara - è sottolineato in una nota del Comune di Gravina - con l’adozione di un’apposita delibera al termine dei lavori di una seduta congiunta delle assemblee consiliari delle tre città pugliesi, svoltasi nella mattinata di sabato 26 Giugno in uno dei padiglioni dell’area Fiera". Nel corso del Consiglio sono state raccolte tutte le istanze e le osservazioni della cabina di regia regionale, ma anche dei comitati e delle associazioni locali per confermare il 'no' all'ipotesi.

Alla seduta ha partecipato l'assessora regionale all'Ambiente, Anna Grazia Maraschio: "Ribadiamo il nostro no a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e biodiversità di un Parco Nazionale, che rappresenta uno dei luoghi più singolari del Mediterraneo", si legge in una nota congiunta di Maraschio ed Emiliano diffusa al termine dell'incontro.

"Il nostro “no” - prosegue la nota - già ufficializzato in Consiglio regionale lo scorso gennaio, si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, Agenzie regionali, Associazioni e Ordini Professionali che hanno evidenziato tutti i rilievi finalizzati a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi".

Nello specifico, proseguono Emiliano e Maraschio "il deposito come quello in questione è destinato ad avere una attività di almeno 300 anni: anche realizzandolo con le migliori tecniche a disposizione, lascerebbe un'eredità pesantissima per l'agricoltura e gli ecosistemi del nostro territorio. Inoltre, la documentazione con la quale Sogin individua le possibili sedi di Deposito e Parco tecnologico è datata e non considera gli strumenti di pianificazione e programmazione adottati dalla Regione Puglia fino a oggi e ritenuti a livello internazionale fra i più avanzati". Viene ricordato a questo proposito anche che "le aree individuate sono localizzate in prossimità di una falda acquifera utilizzata anche a scopo potabile e la zona interna delle Murge alimenta la faglia più profonda: l'acqua non è un bene trattabile e noi non siamo disposti a compromessi".

Secondo Emiliano e Maraschio "l’individuazione dell'area pugliese da parte di Sogin non tiene poi in debita considerazione le ricchezze naturalistiche presenti, che costituiscono uno dei fattori di maggiore appeal per il turismo, un settore che insieme all'agricoltura, alla pastorizia e al patrimonio culturale, è volano di crescita di questa provincia”. Nell’area fra Gravina, Altamura e Laterza, infatti, vengono prodotti nove alimenti e undici vini a denominazione controllata e protetta. Lavorano 600 produttori del biologico e 270 aziende zootecniche. "Riteniamo - conclude la nota a firma Emiliano e Maraschio - che l’insediamento del Depositi e del Parco Tecnologico inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo angolo straordinario della Puglia, di un turismo sostenibile, figlio di un lento, faticoso e incisivo impegno della Regione Puglia, degli enti e delle comunità locali. Qui non c'è posto per nulla che non sia cultura, sapere e progresso sostenibile".

Infine, il Presidente Emiliano e l’Assessora Maraschio hanno espresso un sentito ringraziamento anche a tutti quei Comuni (41) che, sebbene non interessati direttamente dalla questione, hanno adottato delle delibere con cui hanno, fermamente, ribadito l’assoluta contrarietà alla localizzazione nel territorio della Regione Puglia del Deposito Nazionale di scorie radioattive.

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