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"Attenti ai social in mano ai figli, siamo intervenuti in casi allarmanti": il Comune mette in campo una rete di psicologi

L'assessorato al Welfare attiva due percorsi, il ciclo di incontri 'Un vuoto nella rete' e lo sportello d'ascolto territoriale. Bottalico: "Gli adolescenti soffrono l'isolamento eccessivo da lockdown"

L’ultimo caso che ha allarmato genitori, insegnanti e operatori ha riguardato un ragazzo, definito fragile, di una scuola barese. Ha ricevuto sul suo smartphone attraverso uno scambio tra compagni un video cruento, un filmato dove era ripreso un omicidio. L’ha conservato e ha iniziato a chiedere alcune informazioni che hanno turbato i genitori. Sollevata la questione è intervenuta la scuola e il servizio messo a disposizione dal centro famiglie Orizzonti. A raccontare l’episodio è Maria Vurchio, psicologa psicoterapeuta, giudice onorario del tribunale dei minorenni di Bari e psicologa del Centro, che assieme all’assessorato comunale ai Servizi sociali ha messo su un ciclo di cinque incontri che coinvolge almeno una cinquantina di genitori, e quindi cinquanta famiglie, chiamato “Un vuoto nella rete”. L’obiettivo è la sensibilizzazione. Il tema è quello dell’uso dei social network da parte di bambini e adolescenti dai nove anni in su, in un periodo segnato dalla pandemia Covid, tra misure restrittive e isolamento. A questo si aggiunge un altro percorso parallelo annunciato dall’assessora Francesca Bottalico con il centro servizi per le Famigli Crins della cooperativa sociale Aliante. Parte contestualmente il progetto di ascolto e i gruppi di confronto e parola tra adolescenti per sostenerli nell'espressione dei loro vissuti, delle loro emozioni e desideri.

Il rapporto tra adolescenti e social network è il tema più sentito in questo momento.“È stato avvertito – spiega Vurchio – con maggiore enfasi alla luce degli ultimi fatti di cronaca, ma di bullismo e cyberbullismo trattiamo da tempo, come del resto accadeva nell’antichità. Ce lo racconta la favola di Cappuccetto Rosso. Le neuroscienze ci dicono che oggi con i tanti stimoli esterni già in fase preadolescenziale si avverte il bisogno di vivere sensazioni estreme”. Una condizione, quella attuale, che accentuerebbe quindi quella di isolamento dei più giovani. “Penso – aggiunge Vurchio - che alla base di tutto ci sia un forte senso di solitudine da parte dei ragazzi che oggi non hanno più occasioni di incontro. Un vuoto nella rete, appunto, per quel bisogno inespresso e inascoltato di attenzione, mentre ci raccontano dei loro bisogni più autentici in tutti i modi, nella quotidianità. Il vuoto subentra quando nessuno è capace di vedere con occhi interessati quello che sta accadendo e vivendo in quel momento il proprio figlio. Per questo cerchiamo di dare nel ciclo d’incontro degli strumenti utili ai genitori”. L’analisi di Vurchio aiuta a comprendere come il problema riguardi qualsiasi zona della città ed estrazione sociale, vista la facilità di accesso con al web.

“I ragazzi – racconta – sono spesso assuefatti, non guardano le cose come nella realtà perché sui social sei tu, uno schermo e un click. Se per gioco apri una finestra e stimoli la curiosità, per chi come gli adolescenti ha fame di nuove esperienze e trova un atteggiamento interessato dall’altra parte, il rischio è che si perda la bussola, perché in nasce la sfida, la voglia di tentare e provare è tanta, è modo un di affermare se stessi e non ci si rende conto che ci sono persone abili, che vivono di questo su social e web”. A disposizione nei vari presidi territoriali ci sono una ventina di psicologi. Le consulenze sono gratuite. “Negli anni – spiega Bottalico - abbiamo sviluppato una rete di servizi nel campo sociale, pedagogico e sociologico, con presidi territoriali utili alla presa in carico, alla prevenzione e all’orientamento. L’isolamento eccessivo del lockdown ha portato alla necessità di una consulenza psicologica per gli adolescenti, che soffrono di attacchi d’ansia, fasi pre-depressive, per questo abbiamo pensato a momenti di formazione e sensibilizzazione sul tema dei social network e a gruppi di mutuo aiuto, con l’ausilio di facilitatori. Bisognerà telefonare e fissare appuntamento per le consulenze dirette, mentre il ciclo di incontri avviene sulla piattaforma Zoom”.

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