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Tra rodaggio e intoppi, partenza lenta in Puglia per le prenotazioni di test Covid con i medici di famiglia

L'inizio ha messo in difficoltà i medici, in particolare nella fase di raccolta delle segnalazioni da parte dei pazienti. Le istanze, infatti, devono essere inserite nel software denominato Giava Covid

Qualche intoppo iniziale a causa di problemi a inserire i dati e un rodaggio 'in progress': non è stata ottimale in Puglia la partenza del servizio di prenotazione tamponi Covid che coinvolge direttamente i medici di famiglia. Da lunedì, infatti, i cittadini possono contattare direttamente il proprio dottore di riferimento e avanzare la richiesta direttamente alle Asl di competenza. Un modo pensato per velocizzare il sistema e snellire le procedure soprattutto in una fase di monitoraggio dell'epidemia che registra circa 10mila test al giorno. Il cittadino, dopo aver inoltrato la richiesta, riceverà tramite mail o sms l'ufficialità della prenotazione con data e luogo di svolgimento del test.

L'inizio, però, ha messo in difficoltà i medici, in particolare nella fase di raccolta delle segnalazioni da parte dei pazienti. Le istanze, infatti, devono essere inserite nel software denominato Giava Covid: "C'è stato un ritardo  - spiega a BariToday Nicola Calabrese, segretario Fimmg Bari - nella messa in linea del sito. In pratica il medico cercava di inserire la prenotazione ma questa non veniva processata. La situazione è migliorata dalla serata, quando il sistema era regolarmente online".

La Regione ha quindi provveduto, nella giornata di ieri, a recuperare le prenotazioni contattando i cittadini. La situazione, spiega Calabrese, è in via di miglioramento: "I problemi iniziali - dice - sono fisiologici. E' un'interfaccia nuova e c'è bisogno, da parte dei medici, di prendere dimestichezza con il programma. Le specifiche del sistema sono arrivate a inizio gennaio e non c'è un'area, nel sito, dove poter fare pratica". La Fimmg conta, in ogni caso, di rendere sempre più fluido il sistema giorno per giorno, non senza pensare a come implementarlo anche per altre esigenze: "Servirebbe - aggiunge Calabrese - anche guardare ai pazienti non autosufficienti, per raggiungerli ed eseguire i test. In ogni caso i grandi numeri di tamponi si possono fare soprattutto attraverso i drive-in".

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