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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Trattamento di fine mandato per i consiglieri pugliesi, l'appello della Cgil: "La Regione non approvi la legge"

La neo segretaria regionale, Gigia Bucci, commenta il disegno normativo che vorrebbe reintrodurre il bonus economico in favore dei consiglieri: "È un provvedimento che rischia di acuire il divario, già preoccupante, tra cittadini e rappresentanza politica. È ridicolo paragonarlo al tfr"

"Così come abbiamo fatto nell’estate del 2021, quando qualcuno provò a far passare la legge sotto silenzio a ferragosto, rivolgiamo il nostro appello al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e alla Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, affinché usino tutto il loro peso politico per evitare un provvedimento che rischia di acuire il divario, già preoccupante, tra cittadini e rappresentanza politica". È quanto afferma la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, in riferimento alla proposta di legge che reintroduce retroattivamente il trattamento di fine mandato ai consiglieri regionali.

"Lontani da ogni populismo, ma è ridicolo paragonarlo al tfr di un lavoratore pubblico o privato. I compensi degli eletti sono più che sufficienti a garantire il ristoro degli eventuali redditi da lavoro persi durante il mandato - sottolinea la segretaria della Cgil Puglia - Quella stessa aula poi si era espressa in passato per l’abolizione dell’indennizzo di fine mandato, lo stesso che oggi di prova a reintrodurre".

"Nel Paese dove ormai solo metà degli aventi diritto si reca alle urne e crede che la politica sia in grado di poter cambiare le condizioni materiali delle persone, oltre tutto in una fase di forte sofferenza per redditi e pensioni a causa di inflazione e caro energia, provvedimenti di questa natura risultano incomprensibili e scavano un solco con la voglia di partecipazione e questo rappresenta comunque un vulnus alla democrazia -conclude Gigia Bucci - Con tutto il rispetto che abbiamo per le istituzioni, chiediamo a tutti i consiglieri un atto di buon senso: boccino quel provvedimento, o altrimenti provino a spiegarlo al 27,5% di famiglie pugliesi in povertà relativa, ai pensionati vivono con 700 euro di pensione, agli 80mila che sono poveri pur lavorando".

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