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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

La Dia traccia la 'mappa del crimine' a Bari: "Nei clan molti cambi al vertice e reclutamenti di minorenni"

La relazione del Ministero dell'Interno, sull'attività ed i risultati della Direzione Investigativa Antimafia nel secondo semestre del 2021, descrive un'intensa azione del clan Strisciuglio che starebbe tentando di allargare la sua influenza nel quartiere Madonnella e nella città vecchia

Sono in atto guerre per la conquista di spazi nell'attività criminale della città di Bari, lo testimonia la relazione del Ministero dell'Interno al Parlamento sull'attività ed i risultati della Direzione Investigativa Antimafia. I dati, riferiti al periodo temporale che va da luglio a dicembre 2021, indicano "l’esistenza di un panorama criminale estremamente frammentato in numerosi clan capaci di evolversi e di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto sociale produttivo, compresi quelli che necessitano di particolari competenze tecniche come il gioco d’azzardo e le scommesse".

L'azione di contrasto al crimine compiuta da Forze dell'Ordine e magistratura ha decapitato molti vertici apicali dei gruppi egemoni in città, rendendo "più fluida la situazione, con un rilevante ricambio dei quadri direttivi dei clan criminali operanti sul territorio”. In questo contesto continua ad emergere il fenomeno della cooptazione delle giovani leve, anche minorenni, desiderose di guadagnarsi un posto di prestigio e di dar prova delle loro capacità delinquenziali. 

Dalle ultime indagini prese in esame nella relazione, emerge un'intensa attività del clan Strisciuglio: le mire espansionistiche del gruppo sono puntate sul quartiere Madonnella, da sempre controllato dalla famiglia criminale dei Di Cosimo-Rafaschieri, sotto l’egida del clan Parisi-Palermiti. "Altrettanto emblematico - si legge nel documento - è l’antagonismo con il clan Capriati con il quale gli Strisciuglio si contendono da molti anni l’egemonia anche nel centro storico. Le frizioni fra i due sodalizi potrebbero ulteriormente inasprirsi a causa dei mutamenti negli assetti criminali che spesso seguono ai taciti accordi di non belligeranza ed ingerenza".

La prossima scarcerazione di un elemento di rilievo del clan Capriati, prevista nell’ottobre 2022, potrebbe riacuire la conflittualità interna, culminata nel 2018 nell’omicidio di un boss per il quale nel 2021 furono arrestati 3 soggetti del gruppo Larizzi, affiliati al clan della vittima e desiderosi di conquistare un posto di rilievo nel sodalizio. "Non è da escludere pertanto la probabile insorgenza di una escalation di violenza nell’intento di vendicare la morte di uno degli esponenti di maggior rilievo del clan di Bari Vecchia".

Il recente percorso di collaborazione intrapreso da un elemento di vertice degli Anemolo potrebbe costituire motivo di fibrillazioni per il riassetto degli equilibri criminali nel quartiere Japigia, dominato dal clan Parisi: gli eventi potrebbero influire anche su zone della provincia controllate dal gruppo. Il clan Parisi-Palermiti è stato protagonista, nel semestre analizzato, di una serie di reati legati al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish ed ecstasy). Le connesse attività di contrasto, condotte dalla Polizia di Stato, hanno consentito di disarticolare, il 15 luglio 2021, un sodalizio con base logistica nel quartiere San Pasquale di Bari.

il clan Parisi è stato recentemente colpito dall’indagine 'Levante', del 15 febbraio 2022, condotta dalla Dia e dalla Guardia di Finanza. Secondo l’accusa, le ipotesi di reato contestate riguardano innanzitutto le presunte condotte illecite di soggetti organici nel capoluogo pugliese e in Lombardia. Le ulteriori investigazioni hanno consentito di accertare la presunta esistenza di un altro sodalizio criminale di carattere transnazionale, con base operativa in provincia di Bari e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti in evasione delle accise dovute all’Erario. Dalle indagini sarebbe emerso che attraverso un sistema di aziende consorziate l’organizzazione avrebbe sviluppato un volume di affari pari a circa 170 milioni di euro. I proventi così illecitamente realizzati sarebbero stati reinvestiti anche nel narcotraffico.I riscontri investigativi del semestre in esame confermano come i proventi, generati dall’ingente quantitativo di droga commercializzata, costituiscano ancora una delle principali fonti di arricchimento per la criminalità organizzata. 

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