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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Droga dalla Spagna in Puglia, 15 arresti per traffico internazionale di stupefacenti: sequestrati beni per oltre un milione di euro

L'operazione tra le province di Bari, Bat e Brindisi: il gruppo avrebbe avuto la propria 'sede operativa' ad Andria e canali di approvvigionamento in Spagna e anche in Calabria

Automezzi dotati di doppifondi per trasportare la droga e un linguaggio 'criptato' per indicare le sostanze da smerciare. Così la droga - cocaina, hashish e marijuana - sarebbe arrivata dalla Spagna in Puglia: a gestire i traffici illeciti, una presunta organizzazione criminale con sede operativa ad Andria, nella Bat, propaggini nel Barese e nel Brindisino, e canali di approvvigionamento che comprendevano, oltre alla Spagna, anche la Calabria.

In carcere, in esecuzione di un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale barese su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguita questa mattina dai finanzieri del Comando Provinciale di Bari, con il supporto di personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e del locale Reparto Operativo Aeronavale, sono finiti 15 soggetti residenti nelle province di Bari, BAT e Brindisi. Contestualmente, i finanzieri stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 1 milione di euro. Le persone attinte dai provvedimenti restrittivi sono indagate, a vario titolo, per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, produzione, traffico e detenzione illeciti delle predette sostanze, riciclaggio e detenzione illegale di armi.

L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura ed eseguita dal G.I.C.O. del Nucleo PEF Bari, con l’ausilio del Gruppo Mezzi Tecnici del Servizio Centrale I.C.O. della Guardia di Finanza.

Le investigazioni traggono origine dal sequestro, nei confronti di uno degli odierni indagati, operato dalle Autorità francesi nel quadro di scambi informativi tempestivamente avviati con la polizia giudiziaria operante, di 75 chilogrammi di cocaina, destinati in Italia, e di 865 mila euro in contanti, con il conseguente arresto in flagranza del predetto soggetto.

Successivamente, sono stati eseguiti i pertinenti approfondimenti investigativi mediante il ricorso non solo ad attività di polizia giudiziaria “tradizionali” (intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei tabulati telefonici, registrazioni video, georeferenziazioni satellitari GPS, servizi di osservazione, controllo e pedinamento) ma anche alla disamina del contenuto dei messaggi scambiati su una piattaforma criptata.

Numerosi i riscontri operativi effettuati durante le indagini - eseguiti dal Nucleo PEF di Bari e da altri Reparti della Guardia di Finanza opportunamente attivati - che hanno permesso di sottoporre a sequestro rilevanti quantitativi di cocaina, hashish e di marijuana, nonché di procedere all’arresto in flagranza di vari soggetti.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip del Tribunale di Bari, gli accertamenti svolti avrebbero consentito, spiegano gli investigatori, "di dimostrare come il gruppo investigato, facente capo a soggetti operanti nel contesto criminale andriese, fosse connotato da un’elevata capacità organizzativa e dotato di una rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali, disponendo di una “cassa comune” e di una “contabilità condivisa”, come emergerebbe dalle conversazioni captate".

In particolare, l’associazione avrebbe operato nel panorama del traffico internazionale di sostanze stupefacenti anche avvalendosi di un indagato, dimorante nel sud della Spagna, dedito all’esportazione di cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti destinati a rifornire i mercati pugliesi. Il sodalizio, inoltre, avrebbe avuto delle ramificazioni nella provincia di Brindisi, dove un pregiudicato si sarebbe occupato in loco della ricerca di canali di smercio della droga.

L’organizzazione criminale, per occultare la presenza delle sostanze stupefacenti, avrebbe utilizzato automezzi dotati di “doppi fondi”, ricorrendo, inoltre, per rendere più difficoltosa l’individuazione dei traffici illeciti, alle seguenti espressioni gergali: la cocaina (“la bianca”) veniva definita “grezza”, se non lavorata, o “a scaglia” se aveva subito il primo taglio; “la verde” e “la verdura” indicavano la marijuana; “il sistema” alludeva alle modalità di allestimento delle autovetture; “il punto” o il “punto e mezzo” definivano i margini di guadagno per i sodali. Significativa, altresì, sarebbe stata la propensione alla violenza e all’uso di armi da sparo, quali strumenti di risoluzione dei conflitti eventualmente insorti in occasione dell’approvvigionamento di droga, come rilevabile dalle condotte di due indagati.

Emiliano: "In Puglia non devono esistere zone franche"

"La DDA di Bari oggi ha stroncato le attività di un clan dedito al traffico internazionale di droga e armi, con sede operativa ad Andria. A chi ha operato – come gli uomini e le donne della Guardia di Finanza e a chi ha investigato vanno i miei complimenti", commenta in una nota il presidente della Regione, Michele Emiliano. "Non devono esistere zone franche in nessuna parte della Puglia e le operazioni che sono condotte nei territori della Bat, nonostante le difficoltà di organico delle forze dell’ordine e della stessa Magistratura, vanno nella direzione di sconfiggere tutte le organizzazioni criminali che pure raggiungono alti livelli di “specializzazione” nei traffici illegali, con ramificazioni in mezza Europa. Supporteremo gli inquirenti ad ogni livello e a loro vanno ancora i complimenti per la difficile operazione portata a termine".

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